Il sogno di molti astronauti è di mettere piede su Marte, il Pianeta Rosso che affascina l’umanità da sempre. Anche se presto ci sarà una colonia sulla Luna, Marte resta la meta più ambita. Il tempo di viaggio dalla Terra a Marte si è già ridotto a 2 mesi, grazie ai progressi tecnologici. Inoltre, i futuri esploratori sono addestrati a sopportare le temperature estreme, che variano da -125°C a +20°C. Ma resta un problema da risolvere: come respireremo? L’ossigeno a bordo non basterà a lungo.
La soluzione migliore sarebbe quella di poterlo produrre in loco, utilizzando componenti naturalmente presenti su Marte. È proprio quello che è riuscito a fare un robot chimico dotato di intelligenza artificiale in 6 settimane di lavoro continuo. Gli scienziati gli hanno dato dei meteoriti marziani caduti sulla Terra. Poi gli hanno chiesto di creare molecole a partire da 6 elementi contenuti nelle rocce. L’obiettivo era trovare quella che meglio dissociava idrogeno e ossigeno. Perché hanno fatto questo? Perché Marte contiene grandi riserve di acqua ghiacciata e quindi ossigeno da recuperare.
A partire dal ferro, dal nichel, dal manganese, dal magnesio, dall’alluminio e dal calcio presenti nei meteoriti, il robot ha calcolato che avrebbe potuto creare 3,7 milioni di molecole. Ne ha quindi selezionate, sintetizzate e testate 243. Il miglior catalizzatore emerso è in grado di separare idrogeno e ossigeno dall’acqua a -37°C, la temperatura che si trova su Marte. Questa scoperta non sarebbe mai stata possibile senza l’aiuto dell’intelligenza artificiale. I ricercatori hanno stimato che ci sarebbero voluti 2.000 anni per ottenere questo risultato con i metodi tradizionali.
Il passo successivo è garantire che il chimico robot possa lavorare su Marte. Bisogna tenere conto della temperatura, naturalmente, ma anche “della composizione dell’atmosfera, della densità dell’aria, dell’umidità, della gravità, ecc. che sono molto diverse da quelle della Terra“, sottolinea Jun Jiang, coautore dello studio.