L’AI potrebbe diventare una preziosa alleata nella lotta alle frodi vinicole, che mettono in circolazione bottiglie di scarsa qualità spacciate per vini pregiati. Uno studio condotto da scienziati dell’Università di Ginevra in Svizzera ha dimostrato che un algoritmo è in grado di risalire alle origini dei vini analizzando le loro caratteristiche chimiche.
La “firma” chimica di ogni vino
Gli scienziati hanno usato una tecnica chiamata gascromatografia, che separa e identifica i composti presenti in una miscela. Hanno analizzato 80 vini provenienti da sette tenute diverse della regione di Bordeaux in Francia, raccolti in un periodo di 12 anni. Invece di focalizzarsi su singole molecole che potrebbero differenziare un vino da un altro, l’algoritmo ha considerato tutte le sostanze chimiche rilevate nel vino per creare una firma unica per ogni bottiglia. Il risultato è stato visualizzato su una griglia bidimensionale, dove i vini con firme simili si sono raggruppati.
“La cosa sorprendente è che i gruppi corrispondono a una cantina specifica, dove il vino è stato prodotto, indipendentemente dall’annata”, ha spiegato il professor Alexandre Pouget, coordinatore dello studio. “Questo significa che esiste una firma chimica specifica per ogni azienda, che dipende da una serie di fattori, come l’uva, il terreno, il microclima e il processo di vinificazione. Ogni vino è una sinfonia: non è una singola nota che lo distingue, ma l’intera melodia”.
Come l’AI aiuta a scoprire i vini contraffatti
La ricerca, che sarà pubblicata sulla rivista Communications Chemistry, suggerisce che l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per verificare se il vino corrisponde all’etichetta e per individuare le eventuali frodi. In Europa, dove il mercato degli alcolici contraffatti provoca una perdita di 3 miliardi di euro all’anno, sono stati scoperti diversi casi di vini falsificati.
Il rapporto del Ministero dell’Agricoltura italiano sulle misure antifrode nel settore agroalimentare per il 2022 mostra che il vino è il prodotto più controllato. La maggior parte delle denunce ha riguardato la “commercializzazione fraudolenta di vini Dop e Igp non conformi ai requisiti previsti dai rispettivi disciplinari di produzione, l’adulterazione dei prodotti vitivinicoli attraverso la diluizione e/o la chaptalisation e l’aggiunta di aromi naturali“.
L’AI al servizio del vino
Oltre a scoprire le frodi, l’algoritmo AI potrebbe essere usato per monitorare la qualità del vino durante tutto il processo produttivo e per studiare l’influenza dei cambiamenti climatici sulle caratteristiche dei vini.
“Questo studio dimostra la potenza dell’apprendimento automatico (machine learning) per questo tipo di indagini in campo alimentare e agricolo”, ha commentato David Jeffery, professore associato di scienze del vino presso l’Università di Adelaide e coautore del libro Understanding Wine Chemistry.
Sebbene l’algoritmo sia stato in grado di risalire alle cantine corrette con un’accuratezza del 99%, ha avuto più difficoltà a distinguere le annate, raggiungendo al massimo il 50% di accuratezza.