L’intelligenza artificiale è praticamente ovunque, con strumenti come ChatGPT o Gemini, la tecnologia di punta di Google, integrati in numerosi prodotti e servizi. L’AI generativa sta letteralmente rivoluzionando il nostro mondo, tuttavia, l’utilizzo su larga scala solleva preoccupazioni sull‘impatto ambientale. I modelli linguistici, infatti, richiedono un addestramento computazionale molto intensivo, con un consumo elevato di elettricità e risorse cloud.
Un recente rapporto rivela che questa rivoluzione tecnologica potrebbe portare a un forte aumento delle emissioni di gas serra.
Rapporto shock: con l’AI i data center triplicheranno le emissioni di CO2
Secondo un rapporto di Morgan Stanley (“Global Data Centers: Sizing & Solving for CO2“), i data center utilizzati per alimentare l’IA generativa, come ChatGPT e Gemini, potrebbero emettere fino a 2,5 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2030. Questa esplosione di emissioni di gas serra è il risultato della costruzione di nuove infrastrutture per soddisfare le crescenti esigenze dei servizi cloud e dell’AI. Nel 2023, queste emissioni erano stimate in 200 milioni di tonnellate, ma potrebbero purtroppo triplicare entro la fine del decennio.
Le emissioni di CO2 legate all’intelligenza artificiale sono aumentate del 48% in cinque anni
Il rapporto dell’azienda indica che il 60% delle emissioni deriverà dalla gestione quotidiana dei data center. Il restante 40% sarà legato alla produzione dei materiali necessari per costruirli. Ad esempio, Google ha già registrato un aumento del 48% delle sue emissioni negli ultimi cinque anni. Questa tendenza mette in discussione gli obiettivi di neutralità carbonica per il settore tecnologico. Questo settore da solo è responsabile del 40% delle emissioni annuali negli Stati Uniti.
Le soluzioni per ridurre l’impatto ambientale dei data center sono ancora limitate. Alcuni utilizzano sistemi di raffreddamento ad acqua per ridurre il consumo energetico. Tuttavia, questi metodi consumano grandi quantità di acqua, il che pone seri problemi nei Paesi in cui questa risorsa è scarsa.
Secondo Morgan Stanley, per raggiungere la neutralità carbonica sarebbe necessario un investimento di 15 miliardi di euro in tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio. Nel frattempo, si sta valutando la possibilità di rimboschire per compensare parte delle emissioni.