Roma – Telefonia cellulare e convergenza fisso-mobile rischiano di rimanere mercati destinati ad avvantaggiare solo pochi operatori, danneggiare la concorrenza e dunque i consumatori . È questo il grido di allarme con cui AIIP ha deciso di ricorrere al TAR contro l’ Antitrust appoggiando ogni iniziativa volta a riaprire, in tali mercati, le porte dei carrier interessati.
“L’Antitrust – spiega l’associazione – non ha correttamente accertato le condotte anticompetitive con le quali gli operatori mobili hanno precluso l’ingresso dei concorrenti nell’offerta di servizi di comunicazioni convergenti, mantenendo assai ristretta la cerchia dei fornitori di tali servizi”.
Un quadro preoccupante, secondo Gianmarco Carnovale, consigliere AIIP responsabile del settore mobile: “Le Autorità sono chiamate a regolare, prevenire condotte anticoncorrenziali, notificare gli operatori detentori di significativo potere di mercato, tutelare i consumatori, sanzionare gli abusi; con l’ingresso degli operatori mobili nel mercato del fisso è importante che agiscano, altrimenti gli operatori fissi saranno tagliati fuori dalla convergenza, licenzieranno personale e chiuderanno, mentre i quattro del mobile diverranno i quattro del fisso-mobile a danno dei consumatori, giacché una ridotta concorrenza produce sempre prezzi assai superiori ai relativi costi”.
Le Autorità, secondo Carnovale, devono impegnarsi a promuovere “una regolamentazione del mercato che obblighi gli operatori mobili a stipulare accordi da MVNO, e a terminare e raccogliere traffico dalle reti mobili a prezzi basati sui costi, simmetricamente alle regole che consentono ai mobili di entrare nel mercato del fisso”.
L’attenzione è puntata sugli operatori alternativi che recentemente si sono affacciati sul mercato, come CoopVoce , UNO Mobile e PosteMobile . Operatori che però si configurano come ESP (Enhanced Service Provider) e non come veri e propri operatori mobili virtuali: “L’apertura ad alcuni soggetti – prosegue Carnovale – è solo fumo negli occhi per l’opinione pubblica: si fa credere che sul mercato siano entrati finalmente degli operatori virtuali, quando invece sono tutti rivenditori dei servizi degli operatori con cui si accordano, ed a cui sono legati per scelte tecnologiche e tariffarie. La realtà è che in Italia non esiste un solo vero MVNO nonostante si legga ovunque il contrario, e siamo l’unico paese UE ancora in questa condizione”.
Sulla base di questi presupposti, AIIP ha deciso di ricorrere contro i provvedimenti che portano ad una riduzione della concorrenza e all’esclusione degli operatori fissi dal mercato dei servizi convergenti: “Il ricorso al TAR contro l’autorizzazione dell’ Autorità per le Comunicazioni ai servizi convergenti fisso-mobile è necessario per aprire il mercato solo dopo una corretta regolamentazione dei mercati dei servizi all’ingrosso, di raccolta e di terminazione, su rete mobile (cd. mercati 15 e 16). In difetto, ci sarà il duopolio nei servizi convergenti”. L’associazione ha inoltre supportato il ricorso presentato da Eutelia contro l’accoglimento degli impegni di Vodafone che l’hanno esclusa dal procedimento Antitrust contro gli operatori mobili, pur non avendo sanato gli effetti delle condotte illecite.
“Ma soprattutto – dichiara l’associazione – AIIP ha ritenuto fondamentale ricorrere contro il provvedimento finale dell’Autorità Antitrust nel caso A357 che non ha riconosciuto la dominanza congiunta degli operatori mobili nel mercato della telefonia cellulare (Telecom Italia e Wind sono state condannate per aver praticato condizioni sfavorevoli ai competitor sul mercato fisso-mobile e non ha rilevato penalizzazioni sul fronte degli operatori virtuali, ndR). In Spagna, lo scorso anno è stata riconosciuta la dominanza congiunta degli operatori mobili ed il mercato si è aperto agli operatori virtuali (MVNO). In Italia una situazione identica non solo non viene sanzionata ma ne viene perfino negata la sussistenza”.
L’accoglimento di questi ricorsi da parte del TAR potrebbe rimettere in gioco aziende oggi sfavorite ad entrare in un mercato che sembra essere decisivo per il futuro delle TLC. E cambiare le sorti della regolamentazione della telefonia mobile.
Dario Bonacina