La crisi sanitaria globale ha avuto e tuttora sta avendo un impatto significativo sul business di Airbnb, strettamente legato all’impossibilità di viaggiare. La società ha deciso di reagire a un netto calo delle entrate (previsto un -50% nel 2020 rispetto al 2019) annunciando un round di licenziamenti: via un quarto dei dipendenti operativi nel mondo (per la precisione il 25,3%), circa 1.900 persone.
Airbnb licenzia un dipendente su quattro
Ai colpiti dal taglio sarà riconosciuta una buona uscita pari a 14 settimane di stipendio (più una aggiuntiva per ogni anno di servizio accumulato). Negli Stati Uniti la somma sarà incrementata dell’equivalente necessario per coprire dodici mesi di assistenza sanitaria, mentre nel resto del mondo l’assicurazione sarà prorogata fino al termine del 2020. Colpiti dal ridimensionamento alcuni prodotti in particolare: Transportation, Airbnb Studios, Hotels e Luxe.
A metà marzo, quando la stretta di COVID-19 ha iniziato a farsi sentire in modo pesante in tutto il mondo, la piattaforma ha annunciato la possibilità per gli ospiti di cancellare le prenotazioni senza incorrere in alcuna penale. Ha poi deciso di offrire il proprio contributo nel fronteggiare la crisi sanitaria mettendo mano al portafogli e rendendo disponibili gratuitamente per medici e infermieri gli alloggi necessari allo svolgimento delle loro mansioni.
I piani per il debutto sul mercato azionario sono ancora una volta stati rimandati a tempi migliori, a data da destinarsi.