Airbnb ha sottoscritto un accordo con l’Agenzia delle Entrate, accettando di pagare 576 milioni di euro per il mancato versamento della cedolare secca relativa agli affitti brevi. La transazione riguarda il periodo 2017-2021. Sono in corso discussioni “costruttive” per il periodo 2022-2023.
Accordo con lo sconto del 26%
All’inizio di novembre, la Guardia di Finanza di Milano aveva sequestrato a Airbnb oltre 779 milioni di euro per omessa dichiarazione fiscale tra il 2017 e il 2021. In pratica, l’azienda californiana (o meglio la filiale irlandese) non aveva versato il 21% della somma relativa ai canoni di locazione breve, nota come cedolare secca. Airbnb aveva dichiarato che non deve agire come sostituto di imposta, ma due sentenze affermano il contrario.
Come chiarisce il Sole 24 Ore, l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate ha riguardato solo i locatori privati che non hanno versato la cedolare secca (o l’IRPEF ordinaria), ovvero persone senza partita IVA e con un massimo di quattro appartamenti destinati alla locazione breve, senza l’offerta di servizi aggiuntivi.
Airbnb ha accettato di pagare la somma complessiva di 576 milioni di euro (il 26% in meno) per il periodo 2017-2021. In particolare sono 353 milioni per ritenute non versate, 174 milioni per sanzioni amministrative e 49 milioni per interessi. Ovviamente la somma non verrà addebitata agli host.
Nel comunicato stampa, l’azienda sottolinea che il guadagno medio degli host italiani è 3.500 euro all’anno. La maggioranza di essi sono famiglie che usano la piattaforma per avere un’entrata aggiuntiva. La legge di bilancio 2024 (non ancora approvata) prevede una cedolare secca del 26% per i locatori che affittano due o più abitazioni. Airbnb introdurrà un tool per applicare una ritenuta automatica che verrà versata all’Agenzia delle Entrate per conto degli host.