Airnbnb ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Parigi per iniziare a raccogliere le tasse sugli affitti dei turisti previste dal Comune .
Pur rappresentando, al pari di altri servizi della sharing economy, una startup che sta sparigliando il mercato di riferimento (in questo caso quello degli affitti e degli alberghi), Airbnb dimostra ben più di protagonisti come Uber la capacità di saper dialogare con le autorità e scendere a compromessi prima che le problematiche diventino insormontabili.
Così, mentre Uber deve vedersela con scontri ed opposizioni sparse per il mondo ( da ultimo è Rio de Janeiro a votare per il bando del suo servizio), Airbnb ha già trovato accordi con 9 città tra cui San Francisco (sua sede), Portland e Amsterdam.
A queste si aggiungerà a partire dal prossimo primo ottobre Parigi, che rappresenta anche il suo più grande mercato, con le 50mila inserzioni dei suoi utenti: con l’accordo ora sottoscritto Airbnb accetta di organizzarsi per il pagamento automatico della tassa di soggiorno a cui sono sottoposti i turisti di passaggio nella Ville Lumière , 83 centesimi a persona per notte .
Così, anche se non mancano attriti tra Airbnb od i suoi utenti ed alcune autorità locali, il servizio dimostra di voler continuare a perseguire una politica accomodante nei confronti delle autorità, mossa che le permette di ottenere il placet della città in cui il suo mercato è più ricco: “Siamo grati di avere l’opportunità di lavorare insieme alle autorità in Francia – spiega Airbnb contestualmente all’annuncio – e siamo orgogliosi di poter lanciare questo nuovo accordo nella nostra città numero uno”.
Claudio Tamburrino