Dal prossimo anno Airbnb potrà occuparsi direttamente di raccogliere la tassa di soggiorno per gli affitti brevi, laddove prevista, nel momento in cui viene effettuata la prenotazione. La possibilità sarà offerta agli host e ai comuni che sceglieranno di farne richiesta. È il frutto della collaborazione siglata con ANCIcomunicare e che coinvolge oltre 1.100 enti locali tra comuni, unioni di comuni e province autonome nei quali è presente l’imposta.
Tassa di soggiorno: dal 2022 ci penserà Airbnb
L’annuncio è giunto in occasione dell’assemblea annuale ANCI di Parma. Sarà poi la piattaforma a versare la cifra agli enti che avranno aderito, attraverso la registrazione a un portale che sarà messo a disposizione entro i prossimi mesi. Queste le parole di Chris Lehane, Senior Vice President of Global Policy and Communications di Airbnb.
Con la dispersione dei flussi turistici post pandemia, e l’aumento del numero degli enti, era chiaro che diventava necessario trovare un’altra soluzione. Questo strumento è pensato per ovviare all’enorme problema burocratico di dover stipulare convenzioni con ogni singolo comune. La pandemia ha portato a una rivoluzione del turismo, che ora è più disperso, con maggiori opportunità economiche per le comunità locali. Siamo impegnati a rendere più semplice e sostenibile per le amministrazioni, gli host e gli ospiti questa opportunità. Ad oggi abbiamo riversato complessivamente nel mondo oltre 4 miliardi di dollari di imposte locali, ma l’espansione che stiamo lanciando in Italia è senza precedenti.
L’iniziativa si inserisce nel percorso avviato dalla società e che mira a supportare una forma di turismo sostenibile e responsabile. È una delle oltre 50 novità incluse nella Winter Release della piattaforma, un aggiornamento che include tra le altre cose un motore di traduzione inedito, il miglioramento dei filtri per l’accessibilità e la polizza assicurativa AirCover. Tutti i dettagli sul sito ufficiale.