Anche Airbus pensa di debuttare sul mercato dei mezzi che non richiedono un pilota, ma spostandosi dalla terra al cielo. L’intento del nuovo progetto Vahana , piattaforma di trasporti per passeggeri individuali e cargo, è quella di decongestionare dal traffico quelle che l’azienda statunitense chiama “megacittà”. Se ne era già parlato nel 2012 ma si trattava ancora di un’idea troppo futuristica.
Un ottimo esempio di città che potrà trarre vantaggio dal nuovo modo di viaggiare è San Paolo del Brasile, che nel 2014 ha raggiunto un record negativo emblematico: il traffico nell’ora di punta è arrivato a generare una coda di 344 Km. Un problema esteso a numerose altre città in tutto il mondo (si pensi a Mumbai, Manila e Tokio) che comporta gravi disagi alla popolazione e pesanti ripercussione sull’economia (è stato calcolato un impatto di 31 miliardi di dollari all’anno nel caso di San Paolo e 35 giorni persi “in coda” per i londinesi). In un vicino futuro tutto ciò potrebbe essere solo un lontano ricordo.
Il CEO di A 3 , azienda partner di Airbus, Rodin Lyasoff, prospetta un futuro roseo per le auto volanti che si pilotano autonomamente : “Crediamo che la domanda globale di questo genere di velivoli sarà in grado di supportare le flotte di milioni di veicoli in tutto il mondo”. Seppur il progetto sia molto ambizioso, Airbus è cosciente che molta della tecnologia che solo da poco tempo viene impiegata dall’industria dell’auto è impiegata invece da lungo tempo nell’industria aerea. Nello sviluppo del progetto l’esperienza rappresenterà un vantaggio, seppur con riserve: “Molta della tecnologia necessaria, come batterie e motori, è già disponibile. Vahana ha bisogno comunque di affidabilità. Questa caratteristica è appena stata introdotta nelle auto mentre non esistono soluzioni mature nell’aerotrasporto”, prosegue Lyasoff riferendosi chiaramente ai sistemi anti collisione .
Per il perfezionamento delle soluzioni di volo automatizzate servirà tempo, ma forse meno del previsto. Sempre secondo Lyasoff, “In meno di 10 anni potremmo avere prodotti sul mercato che rivoluzioneranno gli spostamenti urbani per milioni di persone”. Per la verità Airbus intende produrre il velivolo urbano per viaggi a corto raggio già entro il 2021 , concludendo la fase di test con i primi prototipi entro la fine dei quest’anno.
La sfida dovrà anche tenere in considerazione l’ impatto ecologico . La progettazione del motore elettrico su cui si sta concentrando Airbus dovrà considerare standard molto restrittivi per quanto riguarda le emissioni: solo così i nuovi mezzi potranno rappresentare una valida soluzione anche al tema dell’inquinamento atmosferico oltre che al beneficio di decongestionamento. Entrando nei dettagli tecnici la nuova macchina è studiata per effettuare operazioni di decollo e atterraggio verticale ( VTOL – Vertical Take-Off and Landing) e sarà per questo probabilmente dotata di quattro rotori con posizionamento variabile . L’abitacolo sarà in grado di ospitare una persona alla volta.
Il CEO di Airbus Tom Enders, che lavora a stretto contatto con la nuova divisione dedicata alla Urban Air Mobility, guarda speranzoso al cielo: “Un centinaio di anni fa, il trasporto urbano andava sotto terra, ora abbiamo i mezzi tecnologici per andare sopra la terra” – ha affermato in occasione della DLD conference di Monaco ad inizio settimana. Il momento in cui con un’app potremmo prenotare il nostro aerotaxi sembra sempre più vicino e non è detto che Airbus sarà l’unica a concorrere alla sfida: Uber e Google sono dietro l’angolo, e non sono i soli .
Mirko Zago