AirTag di Apple è un apprezzato dispositivo per tenere d’occhio i propri oggetti e ritrovarli in caso di furto o smarrimento, ma si tratta al tempo stesso di una soluzione non esente da critiche sul fronte privacy, come dimostrano le recenti vicende relative ai furti d’auto e ai tracciamenti indesiderati.
AirTag: la guida Apple per evitare il favorire di abusi, stalking e molestie
Ormai consapevole di tutto ciò, l’azienda di Cupertino ha quindi provveduto a pubblicare una guida alla sicurezza personale degli utenti, consultabile direttamente online e scaricabile pure in formato PDF, che può essere impiegata come risorsa per i comportamenti da tenere per evitare che la tecnologia alla base di AirTag possa in qualche modo consentire o comunque favorire abusi, stalking e molestie di qualsiasi genere.
Riportiamo di seguito la descrizione fornita da Apple relativamente alla sua guida.
Apple ti consente di entrare in contatto con le persone a te più vicine, aiutandoti a rimanere consapevole di ciò che condividi e con chi. Se hai concesso a qualcuno l’accesso alle tue informazioni personali e non vuoi più farlo, o se sei preoccupato che qualcuno che ha avuto accesso al tuo dispositivo o account abbia apportato modifiche senza la tua autorizzazione, questa guida offre strategie e soluzioni per aiutarti a riprendere il controllo.
Nella guida viene spiegato che diverse funzioni di sicurezza e privacy sono incluse su AirTag e in tutti i dispositivi Apple e viene dedicata un’intera sezione ai suoi smart tracker, con svariati e interessanti suggerimenti per tutelare la propria privacy, evitando ad esempio che soggetti terzi possano tracciare o seguire la propria posizione in tempo reale. Sebbene molte delle “dritte” fornite possano sembrare ovvie per gli utenti più esperti, una rapida lettura può comunque risultare utile a tutti.
Da notare che la guida spiega anche come bloccare un tentativo di sign-in sconosciuto al proprio account Apple e come evitare i messaggi fraudolenti e le campagne di phishing. Il documento invita altresì ad abilitare l’autenticazione a due fattori sui dispositivi posseduti.