Nella zona dell’aeroporto Moffett Field, nel cuore della Silicon Valley californiana, NASA ha appena inaugurato Aitken. Si tratta di un nuovo supercomputer in funzione presso l’Ames Research Center, caratterizzato da un design modulare e da un’architettura studiata in modo da ridurre l’impatto sull’ambiente della propria attività.
Aitken, il nuovo supercomputer della NASA
Metterà la sua potenza di calcolo da 3,69 petaFLOPS e il suo storage da 221 TB a disposizione di circa 1.500 tra ricercatori e accademici presenti in loco, eseguendo calcoli e simulazioni grazie ai 1.150 nodi e 46.080 core integrati. La componente hardware fa leva su processori Intel Xeon e Mellanox InfiniBand per la gestione dei dati, con HPE SGI 8600 a fungere da sistema base.
Tra gli impieghi previsti lo sviluppo di quadcopter efficienti e lo studio dei fenomeni interni al Sole. In cima alla scala delle priorità c’è però il perfezionamento della tecnologia necessaria per portare a termine con successo il progetto Artemis il cui intento è quello di riportare il genere umano sulla Luna a mezzo secolo di distanza dalla missione Apollo 11, con l’obiettivo di dar vita a un avamposto realizzato sulla superficie del nostro satellite.
Come scritto in apertura, in fase di progettazione si è tenuto conto dell’esigenza di rendere Aitken un’entità eco-friendly. Per farlo l’agenzia spaziale statunitense si è basata sul concept già sperimentato con un altro supercomputer, quello battezzato Electra e operativo dal 2016. Il raffreddamento avviene veicolando all’interno della struttura l’aria prelevata dall’ambiente esterno, sfruttando inoltre un sistema idraulico. L’unità inaugurata è in grado di lavorare in modo dipendente, ma potrà arrivare a costituire un singolo tassello di un’infrastruttura più grande (fino a 16 moduli in totale) andando ad affiancarne altri, aumentando così sia le capacità di calcolo sia quelle di storage.