Era l’anno 1997. Il campione russo di scacchi Garry Kasparov veniva clamorosamente sconfitto in uno scontro con il computer di IBM Deep Blue . Qualcuno aveva subito ipotizzato l’imminente avvento di macchine intelligenti, che avrebbero addirittura sovrastato l’intera umanità.
Una profezia non ancora trasformatasi in realtà. Almeno uscendo dai confini della scacchistica. L’ impresa di Akara sembra aver recentemente infiammato gli spiriti più inclini a immaginare un futuro di dominio delle macchine. All’Università di Tokyo è infatti andato in scena il tracollo di Ichiyo Shimizu, campionessa giapponese di shogi .
Meglio conosciuto come la versione orientale degli scacchi, lo shogi è un gioco leggermente più complicato, con 10 alla 224esima possibili combinazioni contro le 10 alla 123esima degli scacchi occidentali. Ad Akara sono bastate 86 mosse e sei ore di tempo per battere la campionessa locale Ichiyo Shimizu.
Evidentemente frustrata dall’accaduto, Shimizu ha sottolineato come il computer non abbia compiuto una sola mossa “eccentrica”. La donna ha avuto la reale sensazione di giocare contro un avversario umano. “Spero che umani e computer possano relazionarsi ancora di più nel futuro, sfidandosi in maniera del tutto amichevole”, ha aggiunto Shimizu.
Non del tutto convinta la Japan Shogi Association (JSA), che ha così annunciato una dettagliata analisi della partita vinta da Akara. Qualora non venga rilevato alcunché di anomalo, potrebbe essere organizzata una nuova sfida.
Mauro Vecchio