Per fare il gran salto dai laboratori specialistici alle case di tutti, sostengono al MIT, la robotica ha bisogno di una “rivoluzione” nel modo in cui i robot vengono concepiti, realizzati e programmati. E proprio a quella rivoluzione il MIT ora lavora (in collaborazione con altri atenei statunitensi) grazie a fondi stanziati dalla National Science Foundation .
La rivoluzione robotica del MIT passa per la progettazione di robot “stampabili”, assemblati compositi scelti da un database di design predeterminati che è possibile produrre fisicamente con materiale di uso comune come oggi sono comuni i fogli di carta per la stampa di grafica e testo.
L’idea è che un utente con una esigenza specifica si rivolga al suo “centro stampaggio robot di quartiere”, ritiri il suo drone personalizzato entro le 24 ore successive e proceda a programmarne le funzionalità di cui necessita tramite un linguaggio di facile comprensione e utilizzo.
Per ora i ricercatori del MIT hanno progettato due prototipi di un “ragno-robotico” (capace di andare là dove nessuna mano umana potrebbe arrivare) e una pinza utilizzabile da chi ha problemi di mobilità. La strada per la “rivoluzione robotica” a stelle e strisce e ancora lunga, nondimeno il professore Wojciech Matusik parla di prospettiva “davvero eccitante” nel “pensare al tipo di impatto che questo lavoro potrebbe avere sulla popolazione”.
Alfonso Maruccia