Indignazione e scompiglio, proibizionismi e sommovimenti genitoriali: alla popolarità di GTA San Andreas , penultimo capitolo della serie, aveva contribuito una patch che sbloccava contenuti inadatti ai minori. Una class action è stata sferrata contro Rockstar Games, solo 2676 persone chiedono vendetta.
Lo scandalo innescato dalle scene di sesso seppellite in GTA e riesumate dalla mod hot coffee si è dissolto nel clamore. Un nugolo di avvocati puntava il dito contro la softwarehouse e aveva scatenato una class action: le immagini sbloccate con l’installazione della patch, le contorsioni interattive in cui si produceva il protagonista del gioco avrebbero dovuto fare in modo che il titolo venisse classificato come Adults Only. Il titolo, rilasciato invece con la classificazione Mature, solo in seguito alle fiammate dell’ente che vigila sui contenuti videoludici negli States era stato rimosso dagli scaffali degli store americani e riclassificato come vietato ai minori.
10 milioni di consumatori americani si sono lasciati trarre in inganno prima della revisione di ESRB, sottolineavano gli avvocati: proprio a questa categoria di utenti si rivolgeva l’invito di aderire alla class action. Accusando Rockstar Games e Take2 di aver ingannato i consumatori, sull’onda delle polemiche che hanno infiammato media e politici, i legali chiedevano rimborsi dai 5 ai 35 dollari e versioni del game epurate da contenuti equivoci.
Il riscontro da parte dei cittadini statunitensi? I costi dell’azione mossa dallo studio di Seth R. Lesser insieme ad altri 10 studi legali sono ben più consistenti rispetto al denaro che entrerà nelle tasche delle 2676 persone che hanno aderito al procedimento : a Rockstar Games basterà sborsare meno di 30mila dollari per assolvere ai propri doveri, l’esercito di avvocati aveva chiesto 1,3 milioni di dollari.
Gli avvocati si scervellano: non si capacitano del fatto che tanti cittadini non abbiano colto l’opportunità di concretizzare le propria indignazione rivalendosi sulla softwarehouse e garantendo al team legale una opportuna compensazione. Le motivazioni potrebbero essere numerose. Gamer e famiglie potrebbero aver riconosciuto che le classificazioni sono spesso poco efficaci , o che la classificazione Mature si differenzia dalla classificazione Adults Only per un via libera al pubblico che differisce di un solo anno di età. Potrebbero forse ritenere che il sesso nei game è più preoccupante di furti e sparatorie simulate e gratuite. Potrebbero aver sposato la tesi un gamer avvocato che ha depositato in tribunale una memoria per opporsi ad una class action inconsistente. O forse, più semplicemente, l’umore mutevole dei cittadini segue di pari passo le sortite di stampa e politica.
In questo caso si preparano per GTA IV tempi di maretta e di pubblicità gratuita. Nello stato di New York potrebbe essere approvata una proposta di legge che, non potendo reclamare ciò che è stato impossibile pretendere in altri stati, si limita a ratificare le misure che sono già in atto. In questa contingenza, a poche settimane dal lancio da record di GTA IV, inizia ad emergere la costellazione di easter egg disseminate in Liberty City: il protagonista può entrare in un Internet café e lasciarsi incuriosire da www.littlelacysurprisepageant.com , uno spazio pubblicizzato sulle radio della città dedicato ad un concorso di bellezza per giovanissime. Un monito sullo schermo in-game gli ricorderà che i tutori della legge vedono e sanno tutto e si ritroverà con le forze dell’ordine alle calcagna.
Gaia Bottà
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