Il primo ad aver parlato di possibili nuove indiscrezioni sui lavori per il Trattato ACTA ( Anti-COunerfeiting Trade Agreement ) è stato Michael Geist, che dalle pagine del suo blog ha espresso preoccupazione per il testo che si starebbe delineando segretamente nelle negoziazioni che si stanno svolgendo a Seul.
La segretezza è stata richiesta “per motivi di sicurezza nazionale” dall’amministrazione Obama (e anche l’ Europa ne ha appoggiato la necessità) e solo sotto rigidi accordi di non divulgazioni è stato consentito l’accesso a un ristretto numero di persone, tra cui rappresentati di Google, Verizon, Warner, Sony, eBay, MPAA e RIAA. Tuttavia qualche cosa sembra essere sfuggita al controllo imposto, come già era accaduto per i documenti precedenti .
Nell’ultimo ciclo di riunioni si parlava di Internet enforcement measures e sembra che si discutesse di un testo presentato dagli Stati Uniti: tuttavia più che di contraffazione vera e propria si parlerebbe proprio di violazioni del copyright a mezzo Internet.
E quello che sembra trapelare non rassicura gli osservatori . Secondo le fonti di Geist, il testo si concentrerebbe su alcuni argomenti principali che sembrano ricalcare da un lato un accordo commerciale stipulato tra Stati Uniti e Sud Corea, dall’altro i trattati internazionali della WIPO e l’ articolo 41 del TRIPS in materia di controllo dell’applicazione della proprietà intellettuale: in particolare i meccanismi che sembrano essere stati individuati prevederebbero la responsabilità delle parti terze (in particolare gli ISP) su eventuali casi di infrazione di copyright e la conferma della legittimità dei sistemi DRM (con conseguente condanna dei possibili mezzi di aggiramento). Il testo sembra inoltre non prevedere alcun obbligo di garanzia di interoperabilità per i prodotti protetti da sistemi DRM.
La maggiore conseguenza riguarderebbe quindi gli intermediari, che avrebbero dunque obblighi di controllo nei confronti del materiale da loro ospitato: basta pensare all’incredibile lavoro che dovrebbero fare per controllare direttamente ogni singolo video caricato su una piattaforma come YouTube o Flickr per comprendere quanto tale compito sia arduo di per sé.
A preoccupare gli osservatori, inoltre, è il collegamento con il sistema dei tre avvertimenti impiegato per esempio dalle dottrine Sarkozy che stanno prendendo piede a ogni angolo del globo, e dalla pratica della rimozione cautelare . Sembrerebbe , infatti, che i paesi che sottoscriveranno l’ACTA dovranno prevedere un sistema di avvisi e un regime di rimozione che possa permettere di controllare ed eventualmente rimuovere il materiale accusato di infrazione di copyright. Arrivando, ritengono alcuni , anche a disconnettere da Internet l’indirizzo IP dell’abbonato recidivo.
Claudio Tamburrino