Alexa integra il generatore di musica AI Suno, un passo falso?

Alexa integra il generatore di musica AI Suno, un passo falso?

Amazon rischia grosso con Suno su Alexa. Il popolare generatore di musica AI è al centro di una disputa sul copyright.
Alexa integra il generatore di musica AI Suno, un passo falso?
Amazon rischia grosso con Suno su Alexa. Il popolare generatore di musica AI è al centro di una disputa sul copyright.

Amazon si è cacciata in un bel guaio con l’integrazione di Suno in Alexa. Forse senza neanche rendersene conto, ha messo il dito in una piaga aperta: il contenzioso sui diritti d’autore nell’era dell’intelligenza artificiale generativa.

Suno, il generatore di canzoni AI (e di guai legali)

Per chi non lo conoscesse, Suno è una piattaforma che genera canzoni a partire da un semplice prompt testuale. Si vuole una canzone pop nello stile di Steve Wonder? Suno la sforna in un attimo. Peccato che, come molte altri generatori di musica AI, Suno sia nel mirino di cause legali da parte di etichette discografiche e associazioni come la RIAA. L’accusa? Aver utilizzato materiale protetto da copyright per addestrare i suoi modelli.

Il nodo del “fair use”

Suno ammette candidamente che il suo modello è stato addestrato su decine di milioni di registrazioni, presumibilmente anche quelle dei querelanti. Ma si difende sostenendo che tale uso rientri nel “fair use“. Se l’uso di dati protetti da copyright per addestrare l’AI sia lecito o meno, è una questione ancora aperta e controversa. Le case discografiche, dal canto loro, parlano di “copia illegale pervasiva” delle opere degli artisti.

Ed ecco che Amazon si infila allegramente in questo vespaio con la sua integrazione di Suno in Alexa. L’obiettivo è offrire agli utenti musica personalizzata in base ai gusti e alle richieste, generata su misura dall’AI. Ma uno dei punti di forza degli speaker Echo è proprio la possibilità di riprodurre musica tradizionale da servizi come Spotify, Apple Music e Amazon Music, tutti legati all’industria discografica. Con Suno, Amazon rischia di inimicarsi le etichette discografiche con cui ha accordi. Inoltre, l’integrazione di Suno potrebbe mettere ancora più in difficoltà l’azienda stessa, già nel mirino di controversie legali.

Il dilemma del “sostituto dell’originale”

In una causa sul fair use, come quella intentata dalla RIAA contro Suno, un nodo cruciale è se l’opera derivata sia intesa a sostituire l’originale. Nel 2023, la Corte Suprema ha stabilito che Andy Warhol aveva violato il copyright della fotografa Lynn Goldsmith quando aveva serigrafato una sua foto di Prince. Un fattore decisivo? Il fatto che testate come Vanity Fair avessero usato l’opera di Warhol invece di quella di Goldsmith, senza darle credito o compenso.

La RIAA sta portando avanti argomentazioni simili. E l’integrazione di Amazon sembra fornire un esempio concreto: ogni minuto passato ad ascoltare la versione Suno di Viva La Vida dei Coldplay è un minuto sottratto alla versione originale della band su Spotify o Amazon Music Unlimited. E Chris Martin & co. ci rimettono.

Se Suno diventasse improvvisamente disponibile per ogni abbonato Alexa, sarebbe molto preoccupante“, afferma Richard James Burgess, presidente e CEO dell’American Association of Independent Music. Il problema, sottolinea, non è la musica generata dall’AI in sé, ma le presunte violazioni del copyright. “Se i diritti non sono stati correttamente concessi dai titolari, allora è un problema per tutta la musica“, spiega Burgess. “Colpisce le attività delle persone. Colpisce i loro mezzi di sussistenza.

Amazon nei guai

L’industria musicale ha già un problema con i “sosia sonori” e le frodi basate sull’AI. L’integrazione di Suno in Alexa rende ancora più semplice e accessibile la creazione di questi contenuti. Insomma, Amazon si è cacciata in un bel pasticcio… chissà come ne uscirà.

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Pubblicato il
20 mar 2025
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