Boston – Un team di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology ( MIT ) ha partorito una teoria che in futuro permetterà di realizzare sistemi di alimentazione – per gadget o cellulari – completamente wireless. In pratica, secondo questa “visione”, la ricarica dei dispositivi portatili potrebbe avvenire senza la presenza di cavi ma tramite una tecnologia di irradiazione .
All’ultimo Industrial Physics Forum , tenutosi martedì scorso a San Francisco, il professor Marin Soljacic è salito in cattedra per descrivere il progetto. “Saranno state le tre di notte e, come mi succede spesso, sono stato svegliato da quel fastidioso suono che emette il cellulare quando è scarico”, ha raccontato Soljacic, agli ospiti della sua conferenza. “Allora ho pensato a come sarebbe fantastico se i cellulari si ricaricassero da soli, e ho iniziato a meditare sui principi della Fisica che riguardano il trasferimento energetico”.
Ecco, la chiave di questa ricerca, che vede il coinvolgimento di alcune fra le più brillanti menti del Department of Physics e del Research Laboratory of Electronics del MIT, riguarda proprio i sistemi alternativi di trasferimento energetico. Ormai da 200 anni gli scienziati sanno bene che per trasferire energia elettrica non vi è bisogno di cavi in diretto contatto. I motori elettrici e i trasformatori, ad esempio, dispongono di bobine che si scambiano energia sfruttando l’induzione elettromagnetica. Molto più tardi è stato scoperto lo stesso fenomeno nelle onde radio e nella luce. Ma il trasferimento da un punto ad un altro, tramite la radiazione elettromagnetica, è estremamente inefficiente perché le onde tendono a diffondersi in ogni direzione facilitando la dispersione ambientale.
Soljacic, quindi, ha pensato che l’induzione a corto raggio all’interno di una trasformatore potrebbe essere migliorata e portata a coprire distanze più ampie. Invece di irradiare l’ambiente con onde elettromagnetiche, un trasmettitore potrebbe creare un campo “nonradiative”, ovvero di non irradiazione, che permetterebbe di mantenere l’energia vicina fino a quando un altro oggetto non entri in “risonanza” con il campo stesso. In pratica, un qualsiasi gadget dovrebbe solo sincronizzare la sua frequenza con quella delle sorgente per ricevere energia e ricaricarsi.
“Non sappiamo ancora come esattamente funzionerà, ma ci stiamo lavorando con calcoli teorici e simulazioni al computer che hanno già confermato le nostre teorie”, ha sottolineato Soljacic. Il team è convinto che un notebook potrà essere ricaricato a pochi metri dalla sorgente senza alcun filo, insomma. Al momento nessuno si azzarda a parlare di tempistiche per la realizzazione di un prototipo funzionante.
Dario d’Elia