Se si vuole intraprendere un serio percorso verso la sostenibilità non è sufficiente tagliare le emissioni, ma occorre anche avviare un’evoluzione culturale che consenta di metabolizzare comportamenti virtuosi nel privato, nel lavoro e nella vita sociale. Bisogna innescare, insomma, un nuovo modo di vivere che alimenti una naturale compressione delle emissioni. Secondo Ericsson, gruppo all’avanguardia da anni nella ricerca del 5G, le reti di nuove generazioni potranno fare molto in tal senso grazie all’impatto che possono avere su comparti ad alta intensità di carbonio quali energia, trasporto, manifatturiero ed edilizia.
Sostenibilità cercasi
Una conseguenza prima ed immediata che una vasta rete 5G potrebbe comportare è un taglio di emissioni equiparabile all’eliminazione di 1 auto ogni 7 dalla circolazione. Comprimere il traffico del 15% non è immediatamente possibile, ma la diretta conseguenza delle applicazioni che il 5G potrebbe trovare soprattutto in ambito professionale, dove connettività e telepresenza (fino alle prospettive future del metaverso) la farebbero da padrona, consentirebbero di ridurre pesantemente i viaggi di lavoro e gli spostamenti casa-ufficio. Comportamenti virtuosi per risultati importanti, insomma, in una spirale positiva che innesterebbe il giusto senso di marcia verso un minore impatto ambientale delle attività di lavoro.
Ma questa frontiera sarebbe soltanto la prima, la più diretta, forse anche la più nota e percepibile. Secondo Ericsson l’impatto del 5G potrebbe pesare al punto da stimare tagli in termini di emissioni tra i 55 ed i 170 milioni di tonnellate di CO2 all’anno:
Lo studio sostiene che almeno il 40% delle soluzioni per la riduzione della CO2 adottate nell’UE da qui al 2030, si baserà sulla connettività fissa e mobile. Queste soluzioni di connettività, così come ad esempio lo sviluppo di generatori per produrre energia rinnovabile, potrebbero ridurre le emissioni dell’UE di 550 milioni di tonnellate di biossido di carbonio equivalente (550MtCO2e), ossia quasi la metà delle emissioni create dall’intero settore energetico dell’UE nel 2017, e il 15% delle emissioni annuali totali dell’UE nel 2017,
l’anno scelto come benchmark dall’analisi.
Con una previsione dai toni decisamente altisonanti: se si aggiungono a queste valutazioni i benefici derivanti dall’applicazione del 5G ai quattro settori ad alta intensità di carbonio indicati, la riduzione complessiva delle emissioni arriverebbe addirittura a rappresentare il 20% delle emissioni totali UE. Come a dire: sarebbe sufficiente quest’evoluzione infrastrutturale per innescare una dinamica utile non soltanto alle comunicazioni, ma anche a rendere più sostenibili le attività sul vecchio continente. Per questo motivo Ericsson tira la giacchetta alle istituzioni UE chiedendo maggior intraprendenza:
Oggi, se guardiamo all’implementazione del 5G, l’Europa sta camminando verso un futuro più digitale e a basse emissioni di carbonio, mentre altre aree
del mondo stanno correndo verso la stessa direzione. I politici e i regolatori hanno un ruolo importante da svolgere, riconoscendo il potenziale economico, sociale e sostenibile del 5G e lavorando rapidamente tutti insieme per eliminare gli ostacoli pratici, normativi e finanziari in modo che le persone, le imprese, le industrie e le società di tutta Europa possano godere dei benefici.Börje Ekholm, Presidente e CEO di Ericsson