Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Kristalina Georgieva, stima che “il 40% dei posti di lavoro sarà interessato” dall’intelligenza artificiale a livello mondiale. Questa cifra potrebbe salire al 60% in alcune economie. Una dichiarazione rilasciata sulla base di un nuovo studio.
A suo avviso, l’intelligenza artificiale accelererà il divario digitale e le disparità di reddito tra i Paesi. “Se i benefici delle tecnologie dell’AI non saranno distribuiti in modo ponderato, le disuguaglianze sociali potrebbero diventare estremamente grandi e il tessuto sociale potrebbe crollare, con conseguenze molto dannose per il mondo intero“, avverte l’FMI.
“Dobbiamo essere in grado di sostenere coloro che cadranno (in povertà) perché il loro lavoro sarà stato eliminato dall’AI“, sostiene Kristalina Georgieva. In particolare, cita le generazioni precedenti, che secondo lei potrebbero aver bisogno di sostegno per mettersi al passo con il mondo tecnologico.
Verso un aumento del reddito da capitale
Lo studio evidenzia soprattutto le crescenti disparità tra reddito da lavoro e reddito da capitale nell’ascesa dell’AI.
“La ragione principale dell’aumento del reddito da capitale e della disuguaglianza di ricchezza è che l’AI porta a uno spostamento della manodopera e a un aumento della domanda di capitale, che aumenta il rendimento del capitale e il valore dei beni“, cita lo studio. “Pertanto, in tutti gli scenari, a prescindere dall’impatto sul reddito da lavoro, il reddito totale delle persone che guadagnano di più aumenta grazie agli incrementi del reddito da capitale“.
L’AI sempre più sotto esame
Lo scorso dicembre, l’Unione Europea ha approvato l’AI Act. Si tratta di un atto legislativo volto a regolamentare l’uso di nuove tecnologie che utilizzano l’intelligenza artificiale, in particolare in caso di minaccia alla sicurezza, alla vita o ai diritti umani. I sistemi AI e che presentano un rischio inaccettabile per i diritti fondamentali delle persone saranno semplicemente vietati. Questi regolamenti dovrebbero entrare in vigore all’inizio del 2026, previa approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio.
Regolamenti simili hanno già iniziato a emergere negli Stati Uniti e in Cina. Lo scorso novembre, il Centro per la sicurezza informatica degli Stati Uniti (NCSC) ha pubblicato le “Guidelines for secure AI system development“. È UN documento che definisce le linee guida per lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale in totale sicurezza. Alla stesura del documento hanno partecipato 18 Paesi, tra cui anche Italia.