Preoccupa l’ultimo allarme lanciato dalla Polizia Postale in merito a nuovi messaggi su WhatsApp utilizzati come esca per estorsioni sessuali a minori. Si tratta di un pericolo decisamente grave. Secondo quanto dichiarato dalla vicedirettrice della Polizia Postale, Barbara Strappato, arrivano da numerazioni con prefisso internazionale +91.
Questo però non vuol dire che i criminali si trovano in India. Molto spesso, come spiegato per i messaggi truffa su WhatsApp con prefisso +57, sfruttano la tecnologia VoIP per camuffare la loro vera posizione e rendere più difficoltose le indagini. Nondimeno, al di là della posizione, la situazione richiede particolare attenzione da parte dei genitori.
Chi ha un figlio connesso, che utilizza regolarmente WhatsApp, dovrebbe adottare misure di sicurezza per difenderlo da possibili estorsioni sessuali. “L’età si è abbassata tantissimo, le vittime sono anche bambini di 9 anni“, ha precisato la vicedirettrice della Polizia Postale, Barbara Strappato, durante un’intervista al Quotidiano Nazionale.
WhatsApp: urgente difendersi dai messaggi esca per estorsioni sessuali a minori
È urgente difendere i minori da questi messaggi esca per estorsioni sessuali su WhatsApp. La Strappato ha spiegato le modalità di questi pericolosissimi approcci: “Dopo alcuni messaggi s’instaura un rapporto di confidenza e ci si scambia materiale intimo. Si finisce con immagini che vengono messe in vendita in gruppi di pedofili“.
“Queste persone avviluppano la vittima, anche scrivendole giorno e notte“, approfondisce la vicedirettrice. “Alla fine non c’è più lucidità“.
Le indagini della Polizia Postale hanno portato a diversi arresti in Marocco per estorsioni sessuali anni fa. Ma come fanno questi criminali a ottenere il nostro numero di telefono o quello dei nostri figli.
Il contatto WhatsApp per estorsioni sessuali può avvenire perché condividiamo i nostri dati personali online. “Non è che qualcuno glielo ha dato o che cercano proprio noi. In realtà – precisa la Strappato – noi diamo le nostre utenze per molti scopi, per nostra scelta, perché ce lo chiedono per la tessera del supermercato o per un abbonamento al cinema. Quando si verificano furti di dati in un sistema informatico di una società medio piccola, non particolarmente forte, quei dati di solito vengono messi in vendita, alla lettera. E lì ci sono proprio i numeri di tutti“.