New York (USA) – L’ultima iniziativa dell’associazione Reporters Sans Frontières per salvaguardare la libertà d’espressione globale è un fondo d’investimento internazionale, aperto ai contributi di aziende, enti privati e pubblici. L’iniziativa nasce per evitare nuovi eclatanti casi di censura su Internet, un fenomeno sempre più comune nei paesi con governi spiccatamente autoritari ed antidemocratici, capeggiati da Cina ed Iran.
Lucie Morillon, portavoce di RSF, fa sapere che venticinque big del mondo finanziario hanno già siglato un accordo: “I fondatori del progetto”, fa sapere Morillon, “provengono dal Nord America, dall’Europa e dall’Australia ed hanno una disponibilità liquida di circa 21 miliardi di dollari per monitorare e mettere in luce i casi più repressivi di censura sui nuovi mezzi di comunicazione”.
I venticinque si incontreranno nei prossimi giorni nel corso di una conferenza patrocinata dal Boston Common Asset Management e da Domini Social Investments , dove verrà siglato un accordo preliminare per la creazione del nuovo watchdog telematico , un vero e proprio “cane da guardia” che vigilerà sulle dinamiche della Rete.
L’istituzione, che si propone come alternativa non-governativa per la diffusione del modello occidentale di Internet , agirà specialmente sugli scenari asiatici e mediorientali, terra di eclatanti casi di censura che vedono addirittura il coinvolgimento di grandi marchi statunitensi, come Yahoo! e la condanna del giornalista Shi Tao .
Gli esperti del Boston Common Asset Management sostengono che le aziende occidentali devono fare estrema attenzione quando si tratta di fare affari con i paesi più illiberali: le conseguenze di connivenze tra aziende con grandi risorse tecnologiche-finanziarie e regimi brutali, talvolta inevitabili, hanno gravissime conseguenze su scala mondiale.
Durante la presentazione ufficiale del progetto vi sarà un ospite d’eccezione: la moglie del dissidente Yang Zili , condannato ad otto anni di carcere da un tribunale di Pechino per aver pubblicato notizie vietate su alcuni siti web.
Tommaso Lombardi