Roma – Ieri mattina i molti appassionati di musica che acquistano brani musicali a prezzi stracciati su AllofMp3.com , celeberrimo sito russo, avranno tirato un sospiro di sollievo: all’annuncio che per alcuni giorni campeggiava in home page, in cui si spiegava che il sito non era disponibile per manutenzione sui server, si è ora sostituita la home page vera e propria, che offre l’accesso a un catalogo impressionante di musica . Venduta a due lire, anzi a centesimi di dollaro.
La preoccupazione che aveva colto i sostenitori di questo sito rimane però ben giustificata: AllofMp3.com, così come altri siti russi di “settore” già piuttosto noti, ad esempio Mp3Search.ru potrebbero presto diventare merce di scambio per Putin, il leader del Cremlino che, per poter accedere all’Organizzazione mondiale del commercio, WTO , deve trovare il modo di dimostrare la propria buona volontà contro l’illegalità commerciale e la contraffazione.
Conditio sine qua non per accedere al WTO e agli accordi commerciali che rappresenta, infatti, è di far rispettare il mercato legale delle opere dell’ingegno . Una misura con cui persino la Cina deve fare i conti se vuole rimanere nel WTO in cui è entrata di recente. Quindi se il Cremlino intende davvero traghettare il proprio paese in quel consesso internazionale, è più che probabile che i grandi produttori di musica e cinema occidentali, veri e proprio bulldozer del commercio internazionale, vengano a chiedere il conto .
Già nei colloqui di questi giorni si è parlato molto di produzione e smercio pirata in Russia di CD e DVD: le autorità russe, per controbattere certe osservazioni in seno al WTO, hanno parlato di una vasta opera di repressione che ha compreso indagini su oltre cento siti Internet ritenuti in un modo o nell’altro coinvolti in attività di pirateria. In alcuni casi i processi sono già partiti.
L’ <ndustria è peraltro già sul piede di guerra, anche in Italia : FIMI , la Federazione dell’Industria musicale italiana, ha confermato ieri a Punto Informatico che la denuncia presentata contro AllofMp3.com lo scorso gennaio è stata trasmessa al Governo russo e al Procuratore generale di Mosca. “Stando alle ultime informazioni in nostro possesso – spiega FIMI – sarebbe in corso un’azione penale”. L’anno scorso le etichette italiane erano riuscite a far chiudere allofmp3.it , sito italiano di “riferimento” per il portale russo.
Come si ricorderà, le etichette occidentali accusano AllofMp3.com e i siti di”genere” di non aver voluto stringere accordi commerciali con chi quella musica ha prodotto e di non versare royalty sulle vendite agli artisti. Ma AllofMp3.com dichiara di agire nella legalità in quanto intrattiene rapporti economici con l’omologa russa della SIAE, che a sua volta non ha però felici rapporti con l’industria occidentale. E lo fa all’interno di un vuoto normativo che fino a questo momento ha consentito al sito di uscire indenne dalle indagini delle autorità russe sulla sua attività.
Che AllofMp3.com ostenti tranquillità è evidenziato dal continuo proliferare di offerte sulle proprie pagine, anche suddivise per paese. Ad esempio un album di Claudio Baglioni composto da 44 tracce, cantautore italiano peraltro molto attivo nella lotta alla pirateria, viene venduto a poco più di 6 dollari. E i file, al contrario di quanto accade nei più costosi jukebox online occidentali, sono in formato mp3, senza alcuna limitazione DRM, dunque destinati a circolare in rete senza possibilità di controllo da parte degli artisti.