Nemmeno l’impero di Google uscirà indenne dal periodo che ha già visto altri big del mondo tecnologico passare da pesanti round di licenziamenti: tocca anche ad Alphabet. La parent company ha annunciato un taglio che interesserà circa 12.000 lavoratori, il 6% di quelli impiegati a livello globale. Quelli residenti negli Stati Uniti hanno già ricevuto la comunicazione di fine rapporto via email, altrove accadrà a breve con le modalità previste.
Licenziamenti anche per Alphabet: via in 12.000
La comunicazione giunge sotto forma di una lettera rivolta ai dipendenti e firmata dal numero uno, Sundar Pichai, CEO di entrambe le realtà. È la stessa indirizzata all’intero staff del gruppo e si apre così: Ho alcune notizie difficili da condividere, abbiamo deciso di ridurre la nostra forza lavoro
. L’amministratore delegato si dichiara profondamente dispiaciuto
, assumendosi la piena responsabilità per la scelta.
Le ragioni sono da ricercare nell’esigenza di ridimensionare l’organico in seguito alle tante assunzioni effettuate negli anni scorsi. La repentina espansione è stata conseguenza della necessità di cavalcare i nuovi trend innescati dall’esplosione della pandemia e dalla definizione di dinamiche inedite legate al mondo online.
Negli ultimi due anni abbiamo assistito a momenti di incredibile crescita. Per sostenerla e alimentarla, abbiamo assunto per un contesto economico differente rispetto a quello che ci troviamo ad affrontare oggi.
Questa la buonuscita prevista negli Stati Uniti a coloro colpiti dal taglio:
- stipendio per i 60 giorni di preavviso;
- 16 settimane di stipendio ulteriore a tutti, più due ulteriori settimane per ogni anno trascorso in azienda;
- pagamento dei bonus maturati nel 2022 e delle ferie non godute;
- sei mesi di copertura assicurativa, servizi per la ricerca di una nuova occupazione e supporto per le pratiche legate all’immigrazione se necessarie.
Come scritto in apertura, Google e la sua parent company Aphabet si accodano così ad altre realtà del mondo hi-tech che, nell’ultimo periodo, hanno fatto altrettanto: da Amazon a Microsoft, passando per Meta e Twitter.
Nonostante il momento di transizione, Sundar Pichai conferma la propria fiducia nel valore dei prodotti e dei servizi proposti. Nella lettera, il CEO afferma di guardare al futuro con ottimismo, anche grazie agli investimenti effettuati sul fronte dell’intelligenza artificiale.