A pochi giorni di distanza dall’ingresso del gruppo nel club dei mille miliardi ecco pubblicati i risultati finanziari relativi all’ultima trimestrale di Alphabet. È la prima con Sundar Pichai nella veste di CEO ereditata dai dimissionari Larry Page e Sergey Brin. Per il gruppo di Mountain View si tratta della peggiore, in termini di ritmo di crescita, dal 2015 a oggi. Immediata la reazione del mercato azionario, con il titolo che in poche ore ha perso il 5%.
Il business di Alphabet-Google nell’ultima trimestrale
Ciò non significa ad ogni modo che l’azienda non stia continuando a crescere. Le entrate complessive per gli ultimi tre mesi del 2019 sono state pari a 46,08 miliardi di dollari (+17% anno su anno con utile da 10,67 miliardi) o 37,57 miliardi di dollari al netto dei costi di acquisizione per il traffico, comunque inferiori rispetto alle previsioni di Wall Street.
Il documento pubblicato è particolarmente interessante poiché, per la prima volta, rende noti i profitti generati da singole attività come ricerche online e advertising (98,1 miliardi di dollari in un anno, +15% rispetto al 2018), YouTube (15,1 miliardi in un anno delle pubblicità, +35,8%) e dalla divisione cloud (8,9 miliardi in un anno, +53%).
Il comparto hardware ha fatto registrare una flessione. Non è dato a sapere quali siano i numeri legati alle vendite dei singoli positivi, ma le migliori performance sono attribuite a Nest Mini e Nest Hub Max. È dunque possibile che i più recenti smartphone della linea Pixel non abbiano saputo soddisfare le aspettative. Ciò nonostante, la categoria Other Revenues che include anche i guadagni di YouTube non legati all’advertising (dunque dagli abbonamenti premium) e Play Store, ha segnato una crescita anno su anno del 10%.
Secondo la CFO Ruth Porat l’emergenza coronavirus potrebbe in qualche modo interferire con il business del gruppo legato ai prodotti se si registreranno rallentamenti nella catena di fornitura e nella fase di assemblaggio. Ricordiamo che la società ha deciso nei giorni scorsi di chiudere temporaneamente tutti gli uffici gestiti in Cina.