In un recente post sul suo blog personale, Sam Altman, CEO e fondatore di OpenAI, ha condiviso la sua visione di un futuro plasmato dall’AI. Secondo Altman, l’avvento della “superintelligenza“, ovvero un’AI che supera l’intelligenza umana, potrebbe realizzarsi nell’arco di pochi anni. Sebbene ammetta che potrebbe volerci più tempo, Altman si dice comunque fiducioso che questo risultato sarà alla fine ottenuto, anche se non è in grado di fornire una stima precisa.
Qual è il futuro di un mondo basato sull’AI?
Secondo Altman, gli esseri umani avranno a disposizione assistenti AI (idea già avanzata da Mustafa Suleyman, co-fondatore di DeepMind) in grado di fare molto di più di quello che possono fare attualmente. Ad esempio, saranno in grado di svolgere compiti specifici per loro nostro, come coordinare le cure mediche.
Con il progredire della tecnologia, questi sistemi diventeranno così avanzati da contribuire al miglioramento delle generazioni successive di AI e da favorire progressi scientifici in generale. Tuttavia, Altman riconosce che ci sono ancora molti dettagli da affrontare prima che questo futuro possa concretizzarsi.
Sfide infrastrutturali e rischi di disuguaglianza
Uno dei principali ostacoli individuati da Altman è rappresentato dai costi energetici e di produzione dei chip e delle infrastrutture necessarie per alimentare questi assistenti AI. Se non verranno costruite infrastrutture sufficienti, l’AI potrebbe diventare una risorsa limitata, oggetto di contese e accessibile principalmente alle persone più ricche. Questo scenario evidenzia il rischio di un aumento delle disuguaglianze sociali legate all’accesso a queste tecnologie.
Impatto sul mercato del lavoro
Altman prevede che l’ascesa dell’AI porterà a cambiamenti significativi nel mercato del lavoro, ma ritiene che non mancheranno nuove opportunità e attività per gli esseri umani. Nonostante la sua visione ottimistica, esistono opinioni contrastanti riguardo all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla società.
Alcuni temono che l’AI possa sostituire gli esseri umani in molti ambiti, anziché limitarsi ad assisterli. Una cosa è certa, i prossimi anni saranno cruciali per comprendere meglio come l’AI plasmerà il mondo e per affrontare le sfide che ne deriveranno.