Chi pensava che con la vicenda del portale nazionale del turismo Italia.it si fosse toccato il fondo in merito a gestione dei soldi pubblici per progetti online si sbagliava. Esiste un altro progetto Internet di matrice pubblica, anche questo sul turismo che, a differenza di alcune notizie circolate sulla stampa, è già costato decine di milioni di euro: è il fantomatico Portale interregionale del turismo .
Ne parla con un post che ricostruisce minuziosamente le origini dell’intera vicenda Scandalo Italiano , punto di riferimento nel descrivere una voragine in continuo allargamento nella quale finiscono enormi quantità di denaro versate dai contribuenti italiani. Un post, quello dell’ormai celeberrimo blog, che racconta fonti alla mano come 15,5 milioni di euro per un sito web possano essere investiti senza che quel sito veda la luce e come tutto questo possa avvenire mentre molte decine di milioni di euro vengono spesi per un altro sito per molti versi simile, Italia.it .
Il Portale interregionale, racconta Scandalo Italiano , nasce come frutto della riforma della legislazione sul turismo, che offre enormi risorse alle regioni capaci di produrre progetti interregionali o sovraregionali. Tra questi, anche il Portale interregionale che nel 2003 si concretizza, si fa per dire, in un progetto che interessa 13 regioni.
Ma, al contrario di quanto apparso poi sulla stampa, il finanziamento del Portale non è di 200mila euro (che sono i soli fondi messi a disposizione all’epoca dalla Regione Campania) ma arriva in questa fase a circa 12 milioni di euro . Tutto questo per la Realizzazione di un sistema telematico interregionale basato su tecnologia web per la promozione dell’offerta turistica secondo le logiche di fruizione dell’utenza potenziale diffusa e di uno strumento di supporto ai front office innovativi e agli uffici di informazione .
I finanziamenti giungono successivamente alle Regioni tramite il ministero delle Attività produttive, proprio mentre un altro ministero, quello dell’Innovazione tecnologica, preannuncia il controverso portale nazionale del turismo, Italia.it appunto. Un progetto che, come si sa, assegna tra l’altro 21 milioni di euro alle regioni per i contenuti turistici da pubblicare online, su Italia.it. “Quelle stesse regioni – chiosa Scandalo Italiano – che avevano appena ricevuto 10 milioni di euro da parte di un altro ministero per fare i contenuti turistici di un altro sito web del tutto analogo!”.
Del portale interregionale, dopo quattro anni di gestazione (?), al momento non c’è traccia, ed un motivo c’è . A fine 2004, infatti, il progetto del portaletto , chiamiamolo così, viene potenziato (“potenziamento”): un decreto prevede un ulteriore stanziamento di 3 milioni di euro per quel progetto, che si sommano al 10 per cento di cofinanziamento regionale e ai fondi già stanziati per raggiungere l’iperbolica cifra di 15,5 milioni di euro di soldi pubblici.
Nel 2006, nel turbinìo delle polemiche per i ritardi di Italia.it, le regioni da un lato decidono di contribuire al portale nazionale, visti anche i soldi in ballo, e dall’altro ridisegnano il progetto del portaletto , che da Portale interregionale del Turismo diventa Progettazione e realizzazione di un prototipo di portale federato basato su un motore di ricerca che indicizzi le aree o le sezioni condivise dei singoli portali regionali . Tutto questo, sebbene non si concretizzi fin qui in alcuna attività web visibile, consente alle regioni di amministrare tutti quei milioni pensati per la creazione del portaletto concorrente di Italia.it.
Com’è ovvio, qualora si dovesse mai concretizzare un portale regionale di settore con queste premesse, si tratterà di un sito che porterà contenuti per Italia.it e poiché le regioni hanno avuto fondi per l’uno e per l’altro, si potrebbe in quel caso far salire la cifra complessiva della spesa per Italia.it dai già noti 58 milioni di euro ad una somma superiore ai 70 milioni di euro .
Per chi non ne avesse abbastanza, su Million Portal Bay in queste settimane sono state, tra le altre cose, analizzate alcune delle convenzioni regionali che stanno dietro a questi finanziamenti e progetti.
Il sito ospita, tra l’altro, una lettera aperta alla Corte dei Conti, all’Autorità per la vigilanza sui Contratti pubblici, all’Antitrust, alla Comunità Europea e alla Procura della Repubblica di Roma, con cui si chiede una approfondita indagine su tutti i fronti della vicenda Italia.it , ora arricchita, è proprio il caso di dirlo, dall’affaire del portaletto del turismo.