Roma – Erano siti all’apparenza del tutto innocui quelli che migliaia di utenti hanno visitato nel corso di alcuni mesi del 2002 e del 2003 trovandosi all’uscita con una sorpresina nel computer.
Sfruttando infatti le configurazioni standard del browser più diffuso, i truffatori che la Polizia Postale ha individuato a Cremona collocavano nel computer dei malcapitati alcuni software di connessione, programmini capaci di sostituire con un accesso a pagamento la connessione ad Internet predefinita dell’utente.
Stando alle informazioni fornite dagli inquirenti, i siti, che erano stati realizzati al solo scopo di ingannare gli utenti, apparivano in tutto e per tutto normali spazi web di intrattenimento e, al contrario di quanto hanno fatto altri produttori e diffusori di dialer, non avvertivano gli utenti di quello che sarebbe accaduto alla loro connessione.
Queste attività, a quanto pare, hanno prodotto danni economici rilevanti ad almeno 5mila utenti del cremonese e in un caso si parla persino di bollette da 20mila euro . Le forze dell’ordine hanno individuato una ventina di società che si erano specializzate in questo particolarissimo business ed hanno quindi denunciato all’autorità giudiziaria i rappresentanti legali delle aziende.
Le accuse vanno dalla truffa alla penetrazione abusiva in sistemi informatici altrui.
Tutti i numeri oggetto di questa indagine “giravano” le connessioni degli utenti su numeri a pagamento 709 che, come noto, da tempo possono essere disattivati se si ritiene di essere a rischio di “abuso”.
L’indagine di Cremona arriva a breve distanza da quella condotta dai Carabinieri ad Asti , un caso che ha portato al sequestro di 150 siti spara-dialer.