“I consumatori acquistano un prodotto che dichiara determinate caratteristiche tecniche – afferma Altroconsumo – alla verifica dei fatti la memoria disponibile è inferiore e il prodotto risulta avere margini di utilizzo diversi perché ridotti rispetto a quelli dichiarati”: per questo motivo l’associazione di consumatori si fa da apripista per una class action a favore degli utenti italiani che vogliano rivalersi sulle aziende che vendono dispositivi dalla memoria corta.
Altroconsumo, come altre associazioni di consumatori italiane in precedenza , per la propria azione fa leva sulla decisione emanata dall’antitrust alla fine del 2014 nei confronti di Samsung: l’azienda era stata multata per un milione di euro per aver pubblicizzato in maniera ingannevole lo spazio di archiviazione dei propri smartphone e tablet, inferiore a quello dichiarato poiché in parte destinato al sistema operativo e alle applicazioni preinstallate non trasferibili sulle schede di memoria esterna. L’associazione di consumatori ricorda che “il consumatore acquistava un telefono o un tablet credendo, per esempio, di avere a disposizione 16 GB e al primo avvio ne trovava tra il 30 e il 50% in meno”.
Allo stesso modo, come già denunciato altrove , agirebbe Apple: Altroconsumo ha condotto le proprie analisi e ha verificato che anche per iPhone e iPad si osserva “uno scostamento tra memoria dichiarata e memoria effettiva che può arrivare fino al 40%”.
“La pratica commerciale ingannevole realizzata da Samsung e Apple ha alterato le scelte dei consumatori, determinati all’acquisto di prodotti che in realtà non possedevano le caratteristiche tecniche indicate” denuncia l’associazione italiana. All’azione collettiva possono partecipare gli utenti che abbiano acquistato un prodotto Samsung o Apple e che abbiano ancora a disposizione confezione e scontrino.
Con la class action si intendono ottenere dalle aziende dei risarcimenti proporzionali allo spazio di storage non utilizzabile, calcolati come “la differenza percentuale tra memoria dichiarata e memoria effettiva, moltiplicata per il prezzo d’acquisto del telefono o del tablet”. E così possibile conoscere in anticipo l’entità del risarcimento richiesto, una stima basata con ogni probabilità sul prezzo del prodotto al momento del lancio: ad esempio, per un iPad Mini 3G da 16 GB il rimborso si calcola in 183 euro, 293 euro per iPhone 6 Plus da 16 GB, 419 euro per Samsung Galaxy Note 10.1 4G da 16 GB, 205 euro per Galaxy S6 Edge da 32 GB e 303 euro per il vecchio Galaxy S4 da 16 GB.
Gaia Bottà