Tariffe di terminazione elevate, offerte commerciali – come quella dell’iPhone – che irrigidiscono il mercato: due macro-fattori che, secondo Altroconsumo , caratterizzano pesantemente il mercato italiano della telefonia mobile. E per questo motivo l’associazione esorta l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a prendere provvedimenti.
L’associazione, in occasione dell’audizione di lunedì presso l’Authority, ha manifestato le proprie perplessità riguardo alla situazione italiana, puntando il dito contro TIM e Vodafone , accusate di essersi arroccate in una posizione di duopolio.
All’attenzione dell’ente presieduto da Corrado Calabrò è stata sottoposta innanzitutto la questione dei costi applicati tra operatori telefonici, ossia le tariffe di terminazione , che devono essere ridotti: “Oggi i costi sostenuti dagli operatori mobili non giustificano tariffe di terminazione superiori a 1-2 centesimi di euro; attualmente se ne pagano 8,85 ai due soggetti più forti sul mercato: decisamente troppo. L’AGCOM propone l’obiettivo per l’Italia dei 7 centesimi di euro da qui al 2011: insomma si impugnano le forbici, ma i tagli sono al rallentatore, dato che già oggi, e non tra tre anni, in Inghilterra queste tariffe sono sotto la soglia dei 7 centesimi”.
“Non è un mistero” prosegue l’associazione, che precisa: “Gli operatori con quote di mercato più ampie, TIM e Vodafone, esercitano la propria posizione dominante sulle condizioni economiche praticate per la fornitura del servizio di terminazione del traffico. Con effetti perversi : sulle chiamate on-net in media circa il 74% del traffico originato da ciascun operatore di rete mobile termina su clienti appartenenti allo stesso operatore”.
La conseguenza è un irrigidimento del mercato, che a sua volta rafforza il duopolio, portando ai consumatori solamente effetti negativi. E per dimostrare questa analisi, Altroconsumo propone su tutti un esempio di attualità: “L’arrivo in Italia del nuovo iPhone, sbarcato solo con TIM o Vodafone: secondo un’ inchiesta di Altroconsumo , su cinque città, i rivenditori hanno la cattiva abitudine di offrire il prodotto esclusivamente con un piano tariffario in abbonamento (invece della ricaricabile) che vincola il consumatore per 24 mesi a tariffe molto meno convenienti rispetto alle offerte sul mercato. Risultato: scaricare una canzone di 5MB costa ben 30 euro!”.
Va precisato, a onor del vero, che entrambi gli operatori danno a tutte le offerte relative all’iPhone (pre o postpagate) la medesima evidenza e la prassi seguita da alcuni esercenti di proporre solamente le formule che prevedono la sottoscrizione di un abbonamento potrebbero essere iniziative autonome, basate forse sull’opportunità di ottenere premi o provvigioni su tali offerte.
Per quanto riguarda i valori medi delle tariffe di terminazione, Altroconsumo fa riferimento ai dati ERG diffusi a gennaio 2008, sottolineando: “L’Italia è più cara non solo dell’Inghilterra – dove il contesto di mercato e il grado di sviluppo delle tlc lo pongono come best practice in Europa – ma anche di Francia, Germania, Spagna”. Per questo il mercato nazionale ha bisogno una svolta, che per l’associazione deve essere auspicabilmente dettata dall’Authority: “Con tagli alle tariffe così modesti, secondo Altroconsumo, lo sviluppo di un mercato delle telecomunicazioni efficiente, moderno e concorrenziale rimarrà un miraggio”.