Acquisti online: l'allarme di Altroconsumo, il 66% dei prodotti è fuori norma

Altroconsumo: 2/3 prodotti e-commerce fuori norma

Su un campione di 250 prodotti, il 66% è risultato fuori norma: l'allarme lanciato da Altroconsumo, l'appello rivolto a e-commerce e istituzioni.
Altroconsumo: 2/3 prodotti e-commerce fuori norma
Su un campione di 250 prodotti, il 66% è risultato fuori norma: l'allarme lanciato da Altroconsumo, l'appello rivolto a e-commerce e istituzioni.

Comprare online spesso conviene, ma è sempre sicuro? A porre la domanda è oggi Altroconsumo, con la pubblicazione di un’inchiesta condotta in collaborazione con altre organizzazioni di consumatori europee che l’associazione stessa definisce “choc”. Su un campione di 250 prodotti analizzati, il 66% non rispetta le normative europee.

Il 66% dei prodotti sugli e-commerce non è sicuro

Si fa dunque appello alle piattaforme di e-commerce per un’assunzione di responsabilità e per la messa in atto di maggiori controlli. Anche il legislatore viene tirato per la giacchetta, invocando la definizione di regole più chiare ed efficaci.

La maggior parte dei prodotti per bambini, ma anche cosmetici, gioielli, dispositivi elettronici e abbigliamento acquistabili sulle principali piattaforme di e-commerce non è sicuro per la salute e/o non a norma di legge.

Altroconsumo: 66% dei prodotti venduti online è fuori norma

Queste le piattaforme citate in modo esplicito da Altroconsumo: Aliexpress, Amazon, eBay, LightInTheBox e Wish. Già inoltrata una segnalazione al Ministero dello Sviluppo Economico e al Ministero della Salute chiedendo un intervento in tempi rapidi per accertare quanto emerso e invocando provvedimenti. Queste le parole di Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne dell’associazione.

L’attuale quadro normativo non è in grado di dare la giusta tutela, in termini di sicurezza, ai consumatori: da un lato, le piattaforme non riescono a impedire la vendita di prodotti non sicuri e a rimuoverli tempestivamente quando sono già in vendita, dall’altro, le autorità non riescono a garantire una sorveglianza adeguata e un’applicazione efficace delle norme.

Così come abbiamo scritto poche ore fa in relazione a un ingiustificato aumento dei prezzi di prodotti come mascherine e gel igienizzanti registrato in concomitanza con la diffusione del coronavirus nel nostro paese, anche in questo caso è bene attribuire le giuste responsabilità: a chi gestisce le piattaforme il compito di controllare e impedire abusi, ai venditori le conseguenze di comportamenti non consentiti.

Altroconsumo: 66% dei prodotti venduti online è fuori norma

L’inchiesta, durata un anno, ha preso in esame come già detto 250 prodotti appartenenti a 18 categorie: tra questi anche giocattoli per bambini, rilevatori di monossido di carbonio e di fumo, abbigliamento per i più piccoli, make-up e caricabatterie USB. Di seguito alcuni dettagli di quanto emerso.

  • Su 12 caricabatterie USB, 12 powerbank e 12 adattatori da viaggio, 26 su 36 sono risultati pericolosi (rischio scossa o incendio);
  • in 9 giocattoli per bambini su 29 sono state trovate quantità illegali di ftalati (fino a 200 volte oltre il limite legale);
  • bocciato il 91% dei trucchi per bambini;
  • l’88% capi d’abbigliamento per bambini non rispettava gli standard europei con possibili rischi per la salute e l’incolumità dei piccoli;
  • bocciati nella totalità dei casi articoli come palloncini, kit per sbiancare i denti, rilevatori di fumo e monossido di carbonio, caschi.

Altroconsumo: 66% dei prodotti venduti online è fuori norma

I consigli di Altroconsumo per i clienti sono quelli dettati dal buon senso: affidarsi solo a marchi conosciuti, stare attenti agli articoli contraffatti (un prezzo troppo ridotto deve far scattare il campanello d’allarme), consultare foto e recensioni, verificare aspetti come documenti, confezione e integrità del prodotto alla consegna avvalendosi se necessario del periodo di restituzione gratuita di 14 giorni valido per tutti gli acquisti online.

La posizione di Amazon

La posizione di Amazon sul tema è chiara: il gruppo, che funge da intermediario logistico nella vendita, chiede ai propri partner di rispettare specifiche prerogative di sicurezza e conformità, ma i responsabili sono questi ultimi. Ed in generale sono “casi isolati”, per i quali il gruppo si rapporta eventualmente in qualità di parte lesa:

La sicurezza è una priorità per Amazon e richiediamo che tutti i prodotti in vendita nel nostro store siano conformi alle leggi e ai regolamenti applicabili. Abbiamo sviluppato strumenti leader nel settore per impedire che prodotti non sicuri o non conformi non siano inseriti nei nostri store. I partner di vendita sono responsabili di rispettare l’alto livello di qualità definito da Amazon, che potrebbe rimuovere e intraprendere azioni legali contro coloro che non lo rispettano. Questi sono episodi isolati che non rispecchiano né gli eccellenti prodotti in vendita né l’esperienza che milioni di piccole imprese offrono ai clienti vendendo attraverso il nostro store.  

Fonte: Altroconsumo
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Pubblicato il
25 feb 2020
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