La seconda ondata di raccomandate inviate ad utenti italiani per conto della casa discografica Peppermint, di cui parla oggi Punto Informatico , ha suscitato una nuova presa di posizione di Altroconsumo .
In una nota l’associazione dei consumatori, che da tempo fornisce gratuitamente assistenza legale ai coinvolti che ne fanno richiesta, spiega come “l’Autorità Garante (della privacy, ndr.) debba, senza ritardo, accertare se ed in che misura i dati personali degli utenti continuino ad essere trattati illegalmente e, in caso affermativo, disporne il blocco. In ogni caso il Garante dovrà ordinare a Peppermint e Logistep di fornire agli interessati idonea informativa circa le modalità attraverso le quali i dati personali sono stati trattati, la natura di tali dati e la specifica finalità del trattamento e di adottare infine le misure tecniche di sicurezza prescritte dalla vigente normativa. Qualora l’Autorità ritenga che ne sussistano i presupposti, auspichiamo che le due aziende vengano sanzionate per le violazioni poste in essere e che l’Autorità giudiziaria ordinaria proceda per i reati eventualmente configurabili”.
Secondo l’Associazione, inoltre, è necessaria “un’interpretazione autentica da parte del Garante dei limiti entro i quali possa applicarsi la deroga che consente di travolgere il diritto alla privacy degli interessati, previsto dal Codice in materia di protezione dei dati personali per far valere o difendere un proprio diritto in sede giudiziaria, ciò anche in vista del ripetersi di analoghe iniziative ad opera della stessa Peppermint e/o di altri soggetti”.
“Riteniamo – conclude Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo – che il caso Peppermint sia un esempio concreto della necessità ormai urgente di una modifica legislativa della legge sul diritto d’autore. È necessario che siano finalmente contemperati equamente anche i diritti e gli interessi dei consumatori e della loro privacy oltre che quelli dei detentori della proprietà intellettuale”.