Ancora non si sono posate le polveri del Prime Day che già è pronta una nuova deflagrazione in salsa Amazon: in questo caso a far notizia non sono sconti e offerte, quanto una comunicazione ufficiale con la quale l’antitrust europea annuncia indagini sul conto del marketplace. La firma è quella di Margrethe Vestager:
I consumatori europei acquistano sempre di più online. L’e-commerce ha potenziato la competizione grazie a più scelta e prezzi migliori. Dobbiamo assicurarci che queste grandi piattaforme online non eliminino questi benefici con comportamenti anticompetitivi. Ho deciso pertanto di approfondire il business di Amazon e il suo doppio ruolo di marketplace e di venditore, per assicurarci che risponda alle regole antitrust europee.
La #CommissioneUE ha avviato un'indagine #antitrust formale per valutare se l'utilizzo da parte di @amazon di dati sensibili da rivenditori indipendenti che vendono sul suo mercato sia in violazione delle regole di #concorrenza 🇪🇺
🔍 https://t.co/tRPKvtZQiX pic.twitter.com/Hkxdl0oKfM— UE in Italia (@europainitalia) July 17, 2019
Amazon, l’indagine antitrust
Il doppio ruolo ricoperto da Amazon, gestore della piattaforma e concorrente dei propri stessi partner nella vendita, ha portato la Commissione Europea ad approfondire il discorso: tutto ciò avviene non solo il giorno dopo il Prime Day, ma anche a poche ore dall’elezione del nuovo Presidente, Ursula von der Leyen. Soprattutto, la comunicazione avviene a seguito di quanto già comunicato in precedenza dalla stessa Vestager, che nel settembre 2018 già annunciava indagini su Amazon nel tentativo di capire meglio quali dinamiche vi fossero dietro alcuni aspetti specifici del marketplace.
In particolare, spiega il comunicato diramato, l’UE vuole approfondire i meccanismi che portano Amazon a decidere quale sia il venditore che conquista il cosiddetto “Buy Box“, vero e proprio tappetino rosso verso l’esplosione delle vendite. Secondo la commissione, infatti, questa scelta può pesantemente orientare l’andamento delle vendite ed Amazon, forte del controllo che ha sui dati e sulle statistiche comportamentali degli utenti, potrebbe agire in senso anticompetitivo nel direzionare tali scelte.
La “Buy Box” altro non è se non l’area nella quale l’utente ha la possibilità di cliccare per far proprio il prodotto cercato. In questo riquadro non è chiaro quale sia il venditore presso cui ci si sta rivolgendo, lasciando quindi una certa discrezionalità nelle mani della stessa Amazon. Il successo di questo meccanismo è nel forte rapporto fiduciario che Amazon ha stretto con la propria utenza, dinamica che la Commissione intende però spacchettare meglio per capire se tutto sia in linea con le regole del gioco.
Se la Commissione ravviserà prove in grado di certificare quanto sospettato, Amazon andrà incontro ad accuse di abuso di posizione dominante con tutte le conseguenze del caso (sanzioni proporzionali al fatturato e rettifica delle pratiche in essere). Sarà una strada lunga, ma il primo passo è stato compiuto.