Amazon conferma la violazione dei dati dei dipendenti

Amazon conferma la violazione dei dati dei dipendenti

È stata confermata da Amazon la fuga di dati sui dipendenti, ma l'azienda specifica che si tratta solo di informazioni di contatto.
Amazon conferma la violazione dei dati dei dipendenti
È stata confermata da Amazon la fuga di dati sui dipendenti, ma l'azienda specifica che si tratta solo di informazioni di contatto.

Anche Amazon è finito nel mirino degli hacker. A quanto pare, il furto di dati risalirebbe addirittura allo scorso anno, ma solo ora l’azienda ha confermato l’accaduto. Stando alle prime indiscrezioni, a far tremare i piani alti di Amazon sarebbe stata una falla nel sistema di trasferimento file MOVEit, che avrebbe esposto al rischio migliaia di dipendenti.

Amazon, violati i dati contatto dei dipendenti: cosa sanno gli hacker?

A far luce sulla vicenda ci ha pensato la società di cybersicurezza Hudson Rock, che ha scovato sul dark web un post in cui venivano messe in vendita informazioni sensibili sui dipendenti di Amazon e di altre 25 aziende. Stiamo parlando di dati come indirizzi e-mail, numeri di telefono e persino l’ubicazione degli uffici in cui lavorano. Insomma, un bel bottino per i malintenzionati, che potrebbero utilizzare queste informazioni per organizzare attacchi mirati o truffe ai danni dei malcapitati.

Amazon minimizza, ma i dubbi restano

Interpellata sulla questione, Amazon ha minimizzato la cosa, assicurando che la violazione non ha intaccato i suoi sistemi interni e che non sono stati rubati dati finanziari o documenti d’identità dei lavoratori. “Solo informazioni di contatto lavorative“, ha dichiarato il portavoce Adam Montgomery. Eppure, gli screenshot diffusi online parlano di oltre 2,8 milioni di dati trafugati. Quanti dipendenti sono stati realmente coinvolti? E soprattutto, come è potuto accadere?

Un problema che non risparmia nessuno

Quello che è certo è che l’attacco ad Amazon non è un caso isolato. Sempre più spesso, anche le aziende più blasonate finiscono nel mirino degli hacker, che sfruttano bug e vulnerabilità nei software per mettere le mani su montagne di dati sensibili. Basti pensare che tra le vittime della falla di MOVEit ci sono colossi come BBC, British Airways, Sony e persino il Dipartimento dell’Energia USA. Insomma, nessuno può dirsi al sicuro. E chissà quanti altri furti di dati sono avvenuti senza che nessuno se ne sia accorto. Una cosa è certa: la cybersecurity è una sfida che le aziende non possono più permettersi di sottovalutare.

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Pubblicato il
12 nov 2024
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