Amazon fa il record ma, si sa, a Wall Street non sono mai contenti : nonostante il trimestre più ricco della sua storia , con un giro d’affari cresciuto del 74 per cento grazie a una vendita natalizia mai così ricca, gli analisti non sono rimasti soddisfatti dalle cifre presentate dall’azienda di Jeff Bezos per l’ultimo trimestre dell’anno fiscale 2015. Così il titolo è calato sia nelle contrattazioni after-hour, quelle a mercato chiuso, sia dopo la riapertura della Borsa.
A fronte di un fatturato netto di 35,7 miliardi di dollari ( oltre 34 miliardi di euro ) e un utile da 441 milioni di euro, pari a 1 dollaro tondo tondo per azione, le azioni sono calate di circa il 10 per cento : a Wall Street si aspettavano un utile superiore del 50 per cento e un fatturato solo di poco superiore, ma ciò è bastato a scatenare le vendite . Una crescita del giro d’affari del 22 per cento sul sito di e-commerce non è bastato a soddisfare le aspettative.
Il vero punto debole della trimestrale, quello che probabilmente ha preoccupato gli investitori, è la crescita delle operazioni cloud di Amazon : AWS, la divisione che si occupa del business, è cresciuta solo del 69 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ma meno dell’80 per cento che aveva invece fatto segnare negli ultimi due trimestri, facendo comunque registrare circa 2 miliardi di dollari di fatturato nel corso del 2015. Questo è bastato a far aggrottare qualche sopracciglia, magari a causa del paragone con i numeri di Microsoft rilasciati nelle stesse ore , assieme alla crescita del 33 per cento dei costi di gestione dei magazzini che costituiscono un vantaggio competitivo irrinunciabile per Amazon (che con il programma Prime promette in molti paesi, Italia compresa, la consegna in un giorno lavorativo).
Ci sono altri numeri interessanti da segnalare nelle comunicazioni del gigante dell’e-commerce: per esempio la crescita proprio del programma Prime, che a livello globale ha aumentato del 51 per cento i suoi iscritti nel 2015 , proseguendo una striscia positiva che aveva segnato una crescita analoga già nel 2014. Questi numeri sono decisamente un valore molto positivo: chi aderisce al programma Prime spende più della media degli altri clienti, approfittando e convinto dalle spedizioni rapide e gratuite che il servizio garantisce agli iscritti. In alcuni paesi, non l’Italia, la tariffa di iscrizione annuale comprende anche altri servizi come lo streaming dei contenuti video su una piattaforma analoga a quella di Netflix, compresi alcuni contenuti originali prodotti dalla stessa Amazon. Per aumentare l’appetibilità di Prime, inoltre, si vocifera che sia allo studio anche un servizio di streaming musicale sulla falsa riga di Spotify.
Nel complesso il giro di affari di Amazon, dopo 20 anni di attività, supera i 100 miliardi di dollari l’anno con circa 300 milioni di clienti serviti nel corso del 2015.
Luca Annunziata