Kindle Fire, il tablet appena presentato da Amazon, è finito subito sotto accusa per l’ipotetica violazione di un brevetto.
Il successo di mercato, che Kindle Fire ha avuto modo di assaporare già dalle performance delle prevendite , d’altronde, nell’attuale mercato tecnologico sembra coincidere obbligatoriamente con qualche tipo di denuncia di violazione di proprietà intellettuale altrui. A chiamare ora in causa Kindle Fire è Acacia Research Corporation , azienda che fa dell’aggregazione di brevetti un’arma per ottenere da altre aziende accordi di licenza sulle tecnologie rivendicate.
In pratica Acacia, pur non producendo nulla, riesce, grazie ad un ampio portafoglio brevettuale frutto della collaborazione con altri soggetti e con l’acquisto di titoli dai singoli inventori, ad ottenere denaro dalle aziende attraverso royalty che vengono poi ridistribuite tra i suoi partner.
In questo modo, per esempio, Acacia si è già rifatta nel settore smartphone su Microsoft e ha denunciato anche RIM e Apple. Inoltre, avendo avuto successo anche contro altre grandi aziende ICT come AMD e Yahoo! , si è fatta una nomea di vero e proprio patent troll.
In quest’ultimo caso Acacia contesta a Kindle Fire il brevetto numero 6,956,562 che si riferisce ad un metodo, apparentemente davvero vago, di controllo di un dispositivo portatile attraverso il tap di un’icona.
Claudio Tamburrino