Amazon ha disattivato un sito usato dallo Stato Islamico per promuovere contenuti estremisti, l’ultimo dei quali celebrava l’attentato suicida effettuato all’aeroporto di Kabul in Afghanistan. Come accaduto per Parler, anche in questo caso l’intervento dell’azienda statunitense è avvenuto in seguito alle segnalazioni ricevute.
AWS vieta contenuti che incitano alla violenza
Il cloud di Amazon Web Services (AWS) è stato utilizzato per ospitare i contenuti di un sito gestito dal gruppo Nida-e-Haqq che diffonde notizie in lingua urdu per conto dello Stato Islamico (ISIS). Giovedì scorso un’immagine dell’attentatore era stata pubblicata sull’app collegata al sito. Quest’ultimo era protetto da password e quindi non direttamente accessibile. In base ai dati del dominio, scoperti dal Washington Post, il sito era presente su AWS dal mese di aprile.
Il portavoce di Amazon, Casey McGee, ha dichiarato che il sito è stato disattivato, in quanto viola la AWS Acceptable Use Policy. Il servizio di cloud computing non può essere utilizzato per “minacciare, incitare, promuovere o incoraggiare attivamente la violenza, il terrorismo o altri gravi danni“.
Rita Katz, direttore esecutivo del SITE Intelligence Group (che ha scoperto il collegamento tra app e sito web), ha evidenziato la facilità con cui lo Stato Islamico riesce a fare propaganda attraverso servizi come quello fornito da Amazon. Eppure dovrebbe essere piuttosto semplice scoprire un sito che pubblica simili contenuti.
Dall’accaduto si evince che Amazon non ha gli strumenti adatti per bloccare in anticipo i siti che violano le regole, ma interviene solo in seguito alle segnalazioni ricevute.