Brutte notizie per Amazon in arrivo dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Nell’anno nero dei rapporti tra il gruppo di Bezos ed i lavoratori dei suoi centri di smistamento e logistica, infatti, giunge notizia del verbale di contestazione che chiude l’accertamento ispettivo iniziato lo scorso 7 dicembre.
Secondo quanto indicato sul comunicato, “è stato contestato all’azienda di aver utilizzato, nel periodo da luglio a dicembre 2017, i lavoratori somministrati oltre i limiti quantitativi individuati dal contratto collettivo applicato”. Il lavoro somministrato (quello che un tempo era denominato “interinale”) è un particolare rapporto che consente alle aziende di non assumere un lavoratore, ma di fruire al contrario del servizio di una agenzia per il lavoro (cd. “somministratore”) che a sua volta assume e retribuisce il lavoratore. Nulla di illegale, anzi: si tratta di una pratica sempre più comune per il mondo del lavoro odierno. Il problema è però, secondo quanto rilevato, nell’abuso di tale modalità rispetto ai limiti di legge.
Si evidenzia infatti che l’impresa, a fronte di un limite mensile di 444 contratti di somministrazione attivabili, nel periodo suindicato, ha invece sensibilmente superato tale limite, utilizzando in eccesso un totale di 1.308 contratti per lavoratori somministrati.
Secondo quanto indicato, Amazon avrà pertanto ora l’onere di assumere a tempo indeterminato oltre 1300 lavoratori “a far data dal primo giorno di utilizzo” (ossia a partire dal giorno successivo la scadenza dell’attuale contratto con l’agenzia di somministrazione), traslando quindi il loro impegno da una tipologia di lavoro somministrata ad una integrazione piena ed effettiva nella forza lavoro dell’azienda.
Il comunicato spiega di non aver accertato altre irregolarità. Va ricordato come nei mesi scorsi l’azienda abbia sperimentato le prime gravi frizioni con la propria forza lavoro a seguito dello sciopero occorso in occasione del Black Friday, momento particolarmente sensibile in virtù del picco di ordini e di materiale smerciato. Per Amazon si tratta pertanto di un passaggio particolarmente importante in virtù del gran numero di dipendenti impegnati nei vari centri di smistamento dislocati sul territorio. Per i lavoratori si tratta invece di una vittoria arrivata al termine di mesi di battaglia sindacale che porterà in questo caso un nuovo contratto di lavoro per 1300 famiglie.