Secondo un servizio della BBC , le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti gli impiegati Amazon li renderebbero più soggetti a malattie fisiche e mentali . Il reporter 23enne Adam Littler si è fatto assumere attraverso un’agenzia interinale presso il magazzino di Swansea come “raccoglitore” ( picker ) di ordini: qui, con una telecamera nascosta, ha ripreso la frenesia e la meccanicità di una catena in cui era il mero strumento di raccolta degli oggetti da spedire, con 33 secondi per ogni prodotto in lista e il bip meccanico di uno scanner a supervisionare la correttezza delle sue azioni.
Tutto questo – unito ai chilometri da fare avanti e indietro negli oltre 74mila metri quadri del magazzino di Amazon ed a turni lunghissimi (anche notturni) – secondo il prof. Michael Marmot, un esperto contattato dalla BBC, sottoporrebbe i lavoratori di Amazon a maggiori rischi di sviluppare malattie mentali o fisiche.
Non si tratta della prima volta che Amazon viene accusata per le condizioni di lavoro nei suoi magazzini: in Germania è già finita al centro di polemiche per gli impiegati stagionali (anche in quel caso era stato un reportage televisivo a scoperchiare il vaso di Pandora) ed i suoi lavoratori sono già al secondo sciopero . Il primo risale a maggio ed era stato organizzato per chiedere un salario più alto e migliori condizioni nel contratto collettivo. Per gli stessi motivi i lavoratori tedeschi hanno incrociato le braccia nella giornata di ieri .
Come nel caso dei lavoratori stagionali tedeschi, anche in Gran Bretagna parte dei problemi è legata al boom di ordini ed affari conseguente all’avvicinarsi del Natale : in questo periodo Amazon assume 15mila dipendenti extra con cui rispondere ai tanti pacchetti da spedire in un tempo ristretto. E gli scioperi tedeschi capeggiati dai sindacalisti Verdi puntano proprio su questo per far pressione sul negozio digitale: se la situazione – cioè – non si risolve a breve potrebbe avere conseguenze sugli ordini natalizi.
Questa descrizione del lato oscuro di Amazon è – peraltro – uno dei passaggi della biografia non ufficiale di Jeff Bezos fortemente criticati dalla moglie del fondatore del negozio online: secondo MacKenzie Bezos il libro calca eccessivamente la mano sulle critiche e sugli scontenti del sistema di lavoro adottato da Amazon, non prendendo invece in considerazione le testimonianze favorevoli.
Amazon, peraltro, ha risposto anche ufficialmente: ha detto di respingere con fermezza le accuse, di non sfruttare in alcun modo i propri lavoratori e che le loro condizioni di lavoro sono state monitorate da esperti indipendenti che hanno visitato i suoi edifici. L’azienda ha inoltre accusato la trasmissione della BBC di non avergli dato modo di rispondere alle accuse mosse col programma.
Claudio Tamburrino