Gli investimenti nel retail sono stati ingenti nell’ultimo biennio per Amazon. Il colosso dell’e-commerce ormai da tempo ha avviato partnership con le insegne di vendita al minuto, sfruttando i punti vendita in alcuni casi come magazzini di Amazon, in altri casi mettendo a disposizione delle aziende la sua piattaforma incentivando la vendita in modalità e-commerce. Nel mese di luglio scorso, Amazon ha fatto un altro passo da gigante, acquisendo Whole Foods Market (450 punti vendita negli Stati Uniti), decretando la sua espansione nella vendita “fisica”, anche detta brick and mortar. Oggi un’altra pietra miliare viene posta sul percorso in costante ascesa di Amazon, l’inaugurazione di un nuovo format di negozio denominato Amazon Go , che fa dell’ assenza delle casse il suo punto di forza.
Il progetto, di cui si vocifera ormai da cinque anni, si è concretizzato con l’apertura del nuovo convenience store proprio al piano terra dell’headquarter di Amazon nella Settima Strada a Seattle , con un anno di ritardo . Lo store prende le sembianze dei negozi 7 Eleven, che spopolano oltre oceano: orari di apertura estesi anche alla fascia notturna (quando non 24 ore su 24), 7 giorni su 7, con una selezione di prodotti freschi take away (insalate, sandwich, succhi, caffè ecc.) con alcune iniziali limitazioni: aperto solo da lunedì al venerdì e dalle 7 alle 21.00. Ma il vero punto di forza di questo tipo di negozio è l’assenza di coda alle casse, grazie all’utilizzo della tecnologia.
Per fare la spesa senza passare alle casse , è sufficiente scaricare l’app Amazon Go e usarla all’entrata del negozio per scannerizzare un codice in corrispondenza di un tornello tecnologico. Da quel momento il cliente non deve far altro che afferrare la merce dagli scaffali, facendo una normale spesa, all’uscita del negozio non dovrà fermarsi alla barriera casse, ma passerà dritto, vedendosi addebitare quanto speso in maniera del tutto automatica. Centinaia di sensori e telecamere disseminati per tutto il perimetro del negozio si occupano di intercettare i prodotti “acquistati” dall’utente e addebitarli all’account associato ad un metodo di pagamento elettronico. Come riscontrato dal giornalista del New York Times Nick Wingfield, non c’è spazio per i furti : se non si ha l’app installata non si entra e se si tenta di rubare nascondendo qualche prodotto, questo viene comunque addebitato. Il personale di negozio non è sparito, è semplicemente stato investito di nuovi ruoli. Quindi più personale nel laboratorio di preparazione del cibo e qualche agente di sicurezza o assistenza clienti in più.
Il ritardo con cui si è scontrata Amazon non sarebbe imputabile alla tecnologia ma a problemi organizzativi e burocratici. È il vice presidente della tecnologia per Amazon Go a rilevarlo in un’intervista di diversi mesi fa in cui ha aggiunto che si tratta di una tecnologia che ha bisogno di imparare sul campo: “inizialmente, ritenevamo di dover aprire il negozio al pubblico abbastanza presto per ottenere il traffico di cui avevamo bisogno. Il traffico è necessario per addestrare i nostri algoritmi per essere in grado di imparare le cose sull’assortimento e sul comportamento dei clienti”, ma in realtà il problema non si pone dato l’enorme successo di partecipazione su cui le iniziative di Amazon possono generalmente contare.
C’è da scommettere che dopo 5 anni di studi e investimenti, Amazon non si limiterà ad utilizzare la tecnologia su un solo punto vendita . C’è da scommettere che nel dietro le quinte si sta ipotizzando l’adozione nei negozi recentemente acquisiti piuttosto che l’affitto delle strumentazioni e delle soluzioni ai concorrenti, dietro ovviamente riconoscimento di una lauta ricompensa.
Mirko Zago
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