Il numero uno di Amazon, nonché l’uomo più ricco al mondo, scrive il proprio nome nell’elenco delle personalità impegnate nella lotta al cambiamento climatico. Anche Jeff Bezos in difesa dell’ambiente, dunque, con un annuncio in linea a quello che nel mese di febbraio ha riguardato una revisione delle pratiche legate al business e-commerce del gruppo.
Amazon in difesa dell’ambiente
Il CEO ha reso noto oggi che la società si conformerà a quanto previsto dall’Accordo di Parigi relativo alla riduzione delle emissioni con ben dieci anni di anticipo rispetto ai termini previsti, giungendo inoltre entro il 2024 all’obiettivo dell’80% per quanto riguarda l’energia rinnovabile impiegata per la propria attività. Sei anni dopo, nel 2030, la quota dovrebbe arrivare al 100%.
Nelle intenzioni c’è anche quella che mira a rendere il gruppo un modello di riferimento per le altre aziende, non solamente quelle che operano nel mondo online o nell’universo tecnologico. Va detto che non si tratta della prima iniziativa di questo tipo: altri big dell’ecosistema hi-tech si sono mossi da tempo in questa direzione. L’azienda è però la prima a prendere un impegno formale legato all’accordo siglato e sottoscritto nel 2015 dalla Convenzione delle Nazioni Uniti nella capitale francese. Queste le parole di Bezos nell’annunciare l’iniziativa The Climate Plegde.
Abbiamo smesso di stare nel gregge su questo tema: abbiamo deciso di utilizzare le nostre dimensioni e scala per fare la differenza. Se una azienda con infrastruttura fisica come quella di Amazon, che consegna più di 10 miliardi di prodotti all’anno, può raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi dieci anni in anticipo, allora qualsiasi azienda può farlo. Parlando con altri CEO di aziende globali sto riscontrando un forte interesse nell’unirsi a questo impegno. Le grandi aziende che firmeranno The Climate Pledge manderanno il segnale importante al mercato intero che è arrivato il momento per tutti di investire nei prodotti e servizi che i firmatari necessiteranno per tener fede ai loro impegni.
È inoltre doveroso precisare che l’annuncio giunge con solo poche ore di anticipo rispetto alla protesta indetta da migliaia di dipendenti (anche da quelli del quartier generale di Seattle) che punta il dito nei confronti di alcune pratiche attuate da Amazon e ritenute non esattamente eco friendly per quanto concerne emissioni e supporto all’industria petrolifera. La manifestazione andrà in scena domani, 20 settembre, in vista del vertice di lunedì 23 a New York dove si riuniranno i rappresentanti ONU.