Amazon, i prestiti non piacciono agli autori

Amazon, i prestiti non piacciono agli autori

Nonostante la libreria digitale in alcuni casi paghi il prezzo di rivendita pieno di ogni copia data in affitto, gli autori contestano per la perdita del controllo mostrata dagli editori
Nonostante la libreria digitale in alcuni casi paghi il prezzo di rivendita pieno di ogni copia data in affitto, gli autori contestano per la perdita del controllo mostrata dagli editori

Authors Guild ha sollevato qualche dubbio riguardo al programma di prestiti di libri avviato da Amazon.

A inizio novembre il negozio digitale ha lanciato il servizio Kindle Owner Lending Library : gli utenti Kindle abbonati Prime possono prendere in prestito tra un catalogo di 5mila titoli un ebook al mese.

Il tutto avviene senza costi aggiuntivi da parte dell’utente (a parte l’abbonamento che dà anche altri servizi e che costa 79 dollari al mese) e in alcuni casi senza che gli editori ne siano a conoscenza: in pratica Amazon si è limitata ad acquistare al prezzo di rivendita il volume ogni volta che un utente lo prende in affitto, oppure a retribuire anticipatamente gli editori interessati al programma con un pagamento forfettario.
In teoria, tutto bene in entrambi i casi: il titolare del diritto d’autore viene retribuito direttamente dal rivenditore che non chiede altro all’utente che lo ha a disposizione per un mese.

Tuttavia ora l’associazione che riunisce più di 8mila editori, e che ha già chiamato in tribunale Google per il suo programma di digitalizzazione delle opere cartacee, è intervenuta per denunciare come gli editori avrebbero dovuto prima chiedere il permesso degli autori per la sottoscrizione di licenze ad hoc necessarie a dare il via al programma di affitto , e come in ogni caso il pagamento di una somma forfettaria sarebbe contrario al principio di compensazione delle opere per il loro reale successo.

Nel caso, invece, del pagamento per ogni singola copia da parte di Amazon, questo creerebbe problemi alle eventuali politiche di marketing scelte dagli editori e, soprattutto, non avrebbe le necessarie autorizzazioni: il negozio digitale avrebbe dovuto contattarli e ora gli autori invitano chi individua un proprio libro tra quelli interessati dal programma a mettersi in contatto con gli editori.

In pratica, gli autori segnalano che in molti casi Amazon abbia esplicitamente ignorato il rifiuto di editori come Random House, Simon & Schuster, Penguin, HarperCollins, Hachette e Macmillan a partecipare al programma di prestiti.

Così, la scelta di Amazon di aggirare il loro no pagando per ogni copia affittata, rappresenterebbe per Authors Guild un “nonsense”, dal momento che per gli editori costituirebbe una non volontaria abdicazione di controllo sul rivenditore non giustificata dal contratto stipulato con Amazon che prevede solo la vendita di ebook e non il loro regalo (o abbonamento, o prestito ecc.).

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
17 nov 2011
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