Un contenzioso di natura fiscale sembra prefigurarsi tra Amazon e la Francia: quest’ultima ha richiesto all’azienda fondata da Jeff Bezos il pagamento delle tasse arretrate relative al periodo che va dal 2006 al 2010, corrispondenti a una somma pari a 198,5 milioni di euro tra interessi e sanzioni. Amazon si è opposta alla richiesta, contestando le cifre stimate dal governo francese.
La vicenda rientra nell’annosa questione relativa ai regimi fiscali favorevoli di cui molti colossi dell’IT godrebbero in alcuni paesi europei, tra cui la stessa Francia e il Lussemburgo. Non è un caso, infatti, se di recente la Commissione Europea ha ordinato proprio a queste due nazioni di allineare la tassazione sugli ebook a quella degli altri paesi. Un caso che coinvolgeva i produttori di beni e servizi digitali, tra cui Amazon.
Secondo le autorità d’Oltralpe Amazon avrebbe ridotto al minimo il proprio conto fiscale nei paesi europei , canalizzando le vendite in Lussemburgo, il cui regime di tassazione offre trattamenti privilegiati alle aziende straniere che decidono di trasferire la propria sede legale. Amazon ha inoltre chiarito di aver ricevuto da Parigi una proposta di compensazione fiscale, ma di essere ancora in attesa della richiesta definitiva.
Un richiamo alle pratiche scorrette in materia fiscale condotte da Amazon arriva anche da parte della Camera dei Comuni britannica , per aver costretto gli editori britannici che utilizzano la piattaforma per la vendita dei propri ebook a coprire il 20 per cento di IVA imposto, anche se i rivenditori online devono provvedere a pagare solo una parte dell’intera tassa, corrispondente al 3 per cento.
Amazon, al momento, sostiene l’impossibilità di rispondere a tutti i regimi fiscali, essendo un’azienda che conduce i propri affari in tutta Europa.
Cristina Sciannamblo