Alcuni venditori su Amazon hanno iniziato ad usare ChatGPT per generare automaticamente i titoli e le descrizioni dei loro prodotti, senza però rileggere e revisionare i testi. Ne è derivato un proliferare di annunci dal contenuto assurdo e privo di senso logico. Questa vicenda mette in luce i limiti attuali dell’AI generativa nel comprendere il contesto e produrre contenuti coerenti, se impiegata senza la necessaria supervisione umana.
Su Amazon prodotti con nomi surreali
Alcuni prodotti recentemente comparsi su Amazon presentano nei titoli frasi come “I Apologize but I Cannot fulfill This Request it violates OpenAI use Policy-Gray” (Mi scuso ma non posso soddisfare questa richiesta, viola le policy di OpenAI). Indagando sul fenomeno, è emerso che alcuni venditori hanno utilizzato in maniera poco responsabile ChatGPT per generare automaticamente nomi e descrizioni di prodotti, senza nemmeno rileggere i risultati.
Il chatbot, coerentemente con i propri principi di utilizzo etico, si è rifiutato di produrre contenuti che potessero violare le linee guida di OpenAI. Copiando pedissequamente queste risposte, i venditori hanno finito per pubblicare inserzioni dal contenuto assurdo e fuorviante. Un esempio di come un impiego poco oculato dell’intelligenza artificiale possa generare esiti indesiderati e controproducenti…
È ovvio che ChatGPT non possa generare nomi di prodotti su Amazon. Tuttavia, i venditori non hanno tenuto conto di questa informazione durante le loro campagne di marketing. Di conseguenza, mobili, abbigliamento e altri articoli di categorie simili hanno nomi molto strani. La tendenza riguarda soprattutto la sezione americana del sito. Questi messaggi di errore stanno iniziando a invadere anche la versione italiana e francese di Amazon. Intanto, le indagini proseguono per trovare messaggi simili nei nomi dei prodotti.
Ma perché i venditori si ostinano a usare ChatGPT per descrivere i loro prodotti? La risposta è semplice. L’intelligenza artificiale generativa è in grado di creare descrizioni precise e nomi originali. In questo modo, l’utente può ottenere testi accattivanti e ottimizzati per il SEO. Ma per descrivere un articolo, ChatGPT non è l’alleato ideale. È necessario utilizzare i propri neuroni per raggiungere questo obiettivo, utilizzando l’intelligenza umana per contestualizzare e finalizzare i testi prodotti dall’AI.
La reazione di Amazon
Il gigante dell’e-commerce ha prontamente rimosso questi articoli dal suo marketplace. Questi prodotti non sono più disponibili sul sito. Nonostante ciò, al momento non sono state intraprese azioni disciplinari verso i venditori responsabili di queste inserzioni. Già in passato Amazon era intervenuta tempestivamente per eliminare dalla piattaforma libri di scarsa qualità scritti dall’intelligenza artificiale.
La tendenza ad utilizzare in modo inaccurato ChatGPT per produrre contenuti di scarsa qualità si sta diffondendo anche su altre piattaforme oltre ad Amazon. Sono stati rilevati messaggi di errore simili anche in alcune pubblicazioni su X. Questi episodi dimostrano come la supervisione e l’intervento umano rimangano imprescindibili per un utilizzo responsabile e proficuo dell’intelligenza artificiale.
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