Mentre è in corso la settimana del Black Friday, che terminerà il 29 novembre, Amazon ha annunciato un aumento degli investimenti in Italia nel 2020 rispetto all’anno precedente e fornito alcuni dati che evidenziano il contributo dell’azienda in termini di posti di lavoro e contribuzione fiscale.
Amazon partecipa alla crescita del paese
Dal 2010 ad oggi, Amazon ha investito in Italia oltre 8,7 miliardi di euro attraverso la costruzione di infrastrutture (centri di distribuzione, uffici, data center) e retribuzioni dei dipendenti. La cifra investita solo nel 2020 ammonta a 2,9 miliardi di euro, quasi un miliardo in più rispetto al 2019. Nel 2021 sono stati aperti i centri di distribuzione di Novara e di Cividate al Piano (BG), e il centro di smistamento di Spilamberto (MO) per un investimento complessivo di 350 milioni di euro. L’azienda ha inoltre annunciato l’apertura di un centro di distribuzione in Abruzzo, in cui verranno impiegate 1.000 persone a tempo indeterminato entro tre anni.
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Attualmente i dipendenti in Italia di Amazon sono oltre 12.500 (sono previste altre 500 assunzioni entro fine anno). A partire da ottobre, lo stipendio base dei lavoratori impiegati nei centri logistici è di 1.680 euro lordi al mese. Tra salari e stipendi, Amazon ha pagato nel 2020 circa 24,5 milioni di euro al mese. L’azienda ha ricevuto la certificazione Top Employer Italia 2021 dal Top Employers Institute.
I ricavi di Amazon in Italia nel 2020 sono stati di 7,25 miliardi di euro. Le tasse pagate ammontano a 345 milioni di euro, suddivise tra imposte dirette (ad esempio IRES e IRAP) e indirette (ad esempio IVA). Mariangela Marseglia, VP Country Manager Amazon.it e Amazon.es ha dichiarato:
Abbiamo investito molto nell’economia italiana e nei suoi talenti, più di 8,7 miliardi di euro finora, impiegando stabilmente più di 12.500 persone che ricevono una retribuzione competitiva e benefit fin dal primo giorno. Sono particolarmente orgogliosa di come il nostro team costantemente in crescita e i nostri investimenti a favore dei clienti e delle piccole imprese italiane contribuiscano alla ripresa dell’Italia, creando 85.000 posti di lavoro aggiuntivi attraverso effetti indiretti e aprendo nuove opportunità per colleghi, partner di vendita, provider di servizi e fornitori.