Amazon Music compie un balzo verso l’alta definizione. A partire da oggi, sebbene l’Italia non sia ancora tra i paesi contemplati dal servizio all’esordio, l’utenza di quattro nazioni potrà iniziare ad ascoltare i propri brani musicali senza alcun compromesso in termini di qualità. Bando al risparmio di banda, quindi: anche in streaming c’è musica di alta qualità da ascoltare.
Amazon Music, musica HD e UltraHD
L’offerta (qui) prevede due livelli di qualità ulteriore, entrambi di maggior affinamento rispetto alla tradizionale offerta Amazon Music:
- HD, con la “qualità CD” (16 bit, 44.1 kHz)
- UltraHD (24 bit, da 44.1 kHz a 192 kHz)
L’offerta prevede entrambi i formati, ma se nel primo caso il catalogo è composto da 50 milioni di brani, nel secondo caso a disposizione vi sono soltanto “milioni” di brani (quantitativo non meglio precisato). I file sono in formato FLAC (Free Lossless Audio Codec): la disponibilità di una versione in alta definizione è indicata direttamente sull’app di ascolto, ove l’utente ha facoltà di attivare o meno tale opzione per migliorare la qualità recepita.
Ovviamente a poco serve accedere ad un servizio di streaming ad alta definizione se poi non si posseggono i giusti dispositivi di ascolto: nel momento in cui si opta per uno streaming di alta qualità occorrerà pertanto assicurarsi di avere cuffie o casse di pari qualità, altrimenti il sistema di output potrebbe costituire un collo di bottiglia che vanifica il proprio progetto di ascolto musicale.
Il prezzo di accesso al servizio è pari a 14,99 dollari al mese, cifra che scende a 12,99 dollari per gli abbonati Amazon Prime: in entrambi i casi vengono offerti 90 giorni di prova per assaggiare la differenza di qualità del nuovo servizio.
Amazon Music HD è al momento disponibile negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania e in Giappone. Il principale rivale di Amazon in questo campo è oggi TIDAL, la cui offerta si assesta sui 20 dollari mensili, ma è facile prevedere come Spotify possa presto aprire quello che da tempo ha già in laboratorio. La guerra sui prezzi è destinata ad abbassare ulteriormente le soglie di accesso alla musica in streaming.