A distanza di oltre nove anni dall’avvio dell’indagine e di oltre sei anni dalla decisione della Commissione europea, la Corte di Giustizia (CGUE) ha stabilito che Amazon non deve restituire i 250 milioni di euro al Lussemburgo, considerati un aiuto di Stato. Dopo aver presentato il ricorso, l’azienda di Seattle ha quindi vinto sia in primo che secondo grado.
Vittoria totale per Amazon
Grazie al cosiddetto “tax ruling” emanato dal Lussemburgo nel 2003 (e rinnovato nel 2011), Amazon avrebbe versato meno tasse di quelle dovute. Secondo la Commissione europea, questa vantaggio economico selettivo rappresenterebbe un aiuto di Stato non autorizzato. Una sussidiaria di Amazon avrebbe pagato royalties ad un’altra sussidiaria, riducendo il reddito imponibile. L’importo delle royalties sarebbe stato artificialmente gonfiato.
Al termine dell’indagine, la Commissione aveva stabilito che Amazon deve restituire i 250 milioni di euro per vantaggi fiscali indebiti. L’azienda di Seattle aveva presentato e vinto il ricorso presso il Tribunale generale dell’Unione europea. La Corte di Giustizia ha confermato il giudizio di primo grado, rigettando l’appello della Commissione europea.
Quest’ultima non ha correttamente dimostrato che il tax ruling sia un aiuto di Stato, pertanto la sua decisione del 4 ottobre 2017 è stata annullata. Amazon ha ovviamente espresso soddisfazione per la sentenza, sottolineando che ha sempre rispettato le leggi vigenti senza ottenere nessun trattamento speciale.
Per la Commissione europea di tratta della seconda pesante sconfitta. Il Tribunale generale aveva infatti accolto il ricorso di Apple contro la richiesta di restituzione di 13 miliardi di dollari in Irlanda. La sentenza della CGUE è prevista nel corso del 2024.