Amazon è intenzionata a far vivere il suo assistente virtuale Alexa nei dispositivi indossabili; e a quanto pare punta sugli occhiali smart. Proprio quando Google ha deciso di dare una virata “professionale” ai suoi Google Glass (manovra necessaria per recuperare un progetto da più parti definito fallimentare ) Amazon avrebbe deciso di cavalcare la stessa onda, almeno stando a quanto riportato da fonti vicine all’azienda. Ma non lo farà solo con gli occhiali. Proprio come Google (con il brand Nest) Amazon ha in mente di espandersi anche alla produzione di strumentazioni per la casa, come le videocamere di sorveglianza. Il tutto farcito ovviamente di intelligenza artificiale . Alcuni di questi prodotti potrebbe essere lanciati prima della fine dell’anno, anche se l’azienda non ha rilasciato dichiarazioni.
Quel che sappiamo è che Amazon nel 2014 ha assoldato Babak Parviz , la risorsa a capo del progetto Google Glass. E non è di certo una casualità, quanto piuttosto una riconferma dell’interessamento allo sviluppo di wearable . Le nuove linee di prodotto amplieranno le opportunità di interazione e diffusione di Alexa . Gli apparecchi, indossabili e non, saranno infatti “always on”, ovvero sempre attivi e pronti a dialogare tra loro avendo sempre come punto di riferimento l’assistente virtuale e le sue capacità.
In fine dei conti è ciò che i concorrenti fanno già da tempo sfruttando le potenzialità del mobile: gli utilizzatori di Android possono interagire direttamente con Google Assistant e chi possiede un iPhone può interrogare Siri senza interruzioni. Per interagire con Alexa in mobilità bisogna attivare prima un’App : un processo che pone dei limiti di utilizzo e che sarà superato sfruttando le opportunità offerte da un ecosistema aperto. E intanto si partirà con degli occhiali corredati da un sistema di conduzione audio.
L’ambizione è alquanto elevata e giustifica le perplessità . Un conto è vendere speaker intelligenti (ricordiamo che Echo detiene il 71 per cento del mercato USA), un altro conto è vendere indossabili. Amazon dovrà dimostrare di saper fare meglio di Google per quanto riguarda lo sviluppo di smart glass (anche rinunciando a display e funzioni di videoregistrazione, almeno all’inizio) e parallelamente convincere il pubblico ad acquistare una serie di altri prodotti (tra cui una videocamera intelligente in grado di interagire con il display di Echo Show per conquistare il mercato della domotica) che non potranno assolutamente disattendere il riconoscimento di qualità che Alexa si è conquistata, a prescindere dallo strumento che lo ospita.
Inondare il mercato di prodotti e servizi accomunati dal cuore pulsante di Alexa potrebbe essere una strategia vincente, ma espone al rischio di tradire le aspettative del pubblico (ricordate la triste uscita dal mercato dello smartphone Fire ?). In casi come questi l’ombra del flop è sempre dietro l’angolo.
Mirko Zago