Il fuoco incrociato contro Amazon e la sua politica “orwelliana” di controllo dei contenuti su Kindle non si è ancora placato del tutto e, in attesa di sapere se sarà costretta a vedersela con una class action tutta da seguire per violazione (per così dire) del diritto di annotazione , la società fondata da Jeff Bezos si presenta contrita ai consumatori offrendosi di lavare l’onta a mezzo DRM con denaro sonante , o con la restituzione delle stesse copie dei libri inizialmente cancellati.
Nella email spedita agli acquirenti colpiti dall’avvenimento, l’azienda di Seattle reitera le scuse di Bezos dello scorso luglio , definendo la pasticciata soluzione al problema dei libri non autorizzati come “stupida, avventata e dolorosamente estranea ai nostri principi”.
Amazon comunica poi la possibilità di farsi recapitare le copie eventualmente cancellate di “1984” sul proprio lettore Kindle, a costo zero e con tanto di annotazioni personali come nel caso della già citata denuncia ai tribunali da parte dello studente americano Justin D. Gawronski.
In alternativa, dice Amazon, chi non volesse più indietro il libro (perché magari nel frattempo è passato ad altri servizi) c’è la possibilità di ricevere un “electronic gift” o un assegno del valore di 30 dollari.
Quest’ultimo sarebbe utilissimo, chiosa Gizmodo , per comprare una copia usata del libro (in carta e inchiostro) per soli 3 dollari e senza alcuna possibilità di cancellazione da remoto, con buona pace del reparto pubbliche relazioni di Bezos.
Difficile al momento, comunque, stabilire se il tentativo di placare le critiche sortirà i suoi effetti: perché come ha evidenziato Jonathan Zittrain, professore di legge presso la Harvard Law School e autore del libro “Il futuro di Internet – e come bloccarlo”, l’incidente di 1984 ha messo in luce “una nuova prospettiva di controllo, ed è difficile pensare che i legislatori o le parti in causa non se ne rendano conto”.
Alfonso Maruccia