Una decisione accolta tra lo stupore generale, che ha subito scatenato una sarabanda di cinguettii su Twitter. Commenti tra i più adirati, rilasciati online da numerosi appassionati di libri in formato elettronico. Il retailer statunitense Amazon ha infatti staccato la spina alle API relative al servizio di prestiti fornito dalla startup Lendle .
“Amazon ha revocato l’accesso alle API per Lendle – si legge in un breve comunicato apparso sulla homepage di Lendle.me – Sfortunatamente, Lendle non sarà disponibile per un tempo indefinito. Faremo tutto il possibile per ripristinare presto il servizio”. Un avviso che ha fatto sensazione, a pochissimi mesi dal lancio ufficiale di un servizio molto simile .
La società di Jeff Bezos aveva infatti lanciato un’opzione di prestito all’inizio dello scorso gennaio, permettendo ai suoi clienti di inviare libri ad altri Kindle (o sue app su altri dispositivi) per un periodo di due settimane . Basta andare nella sezione Manage Your Kindle e da lì spedire via mail il prestito all’utente desiderato.
Stando al flusso dei cinguettii su Twitter, i responsabili di Amazon avrebbero contattato quelli di Lendle per annunciare l’immediata esecuzione del servizio. Che non sarebbe più utile allo scopo di sospingere la vendita di prodotti e servizi sulla piattaforma di distribuzione di Amazon .
Pare che lo staff di Lendle abbia ricevuto una missiva automatica, senza la possibilità di contattare l’azienda di Jeff Bezos per ulteriori chiarimenti. Poi, il blocco dell’intero servizio fornito da Lendle (che in sostanza era dipendente dalla stessa Amazon).
Speculazioni sono state riportate dal co-founder di Lendle Jeff Croft, che ha sottolineato come sia in atto “qualcosa di ben più grande”. “Non è possibile ottenere un prestito se prima non si presta, e non è possibile prestare qualcosa che non è stato acquistato”, ha aggiunto Croft.
In altre parole, i vertici di Lendle non hanno accettato la spiegazione fornita dalla missiva automatica di Amazon. Mentre le proteste infuriano su Twitter, con alcuni utenti ormai pronti a desistere, a non comprare più un dispositivo come Kindle. La startup cercherà ora di tornare in vita, senza l’aiuto di Amazon.
Mauro Vecchio