In estate abbiamo scritto anche su queste pagine della collaborazione tra Amazon e alcune centinaia di città statunitensi per sfruttare le videocamere del brand Ring installate dagli utenti all’esterno delle loro abitazioni come un qualcosa di paragonabile a un sistema pubblico di videosorveglianza. Oggi torniamo sul tema con alcuni dettagli aggiuntivi sull’iniziativa.
Ring e la collaborazione con le forze di polizia
Un documento inviato dall’azienda al senatore Edward Markey, che ha chiesto chiarimenti in merito alla pratica, rende noto che le forze di polizia sono in grado di domandare agli utenti l’accesso a registrazioni video risalenti ai 45 giorni precedenti la richiesta e per una durata massima complessiva pari a 12 ore, fornendo un numero identificativo del caso e per una copertura che non deve superare una superficie pari a 1,2 chilometri quadrati. Ancora, i proprietari dei dispositivi solo liberi di rispondere negando l’accesso.
In relazione all’impiego della tecnologia di riconoscimento facciale presente nei prodotti della linea Ring (come Video Doorbell 2) ai fini delle indagini, Amazon afferma che per il momento non è prevista. Si tornerà di certo nuovamente a discutere del progetto e delle sue possibili implicazioni in termini di privacy, come lascia intendere una dichiarazione dello stesso Markey.
I campanelli connessi stanno per diventare uno standard nelle case americane e la mancanza di protezioni offerte ai residenti innocenti per privacy e diritti civili è a dir poco agghiacciante.
È bene precisare che al momento la collaborazione tra Amazon-Ring e le forze di polizia è limitata agli Stati Uniti. Non ci risultano piani per estenderne il raggio d’azione ad altre parti del mondo.